Recitò per la prima volta in un campo di prigionia, a Sandbostel, in Germania. L’opera era l’Enrico iv di Pirandello. È morto all’età di cent’anni (li aveva compiuti il 20 aprile scorso) Gianrico Tedeschi, attore teatrale e televisivo tanto popolare quanto raffinato. Un volto, il suo, tra il buffo, l’arguto e l’istrionico, che divenne particolarmente caro anche ai bambini, essendo assurto a protagonista d’eccellenza della trasmissione pubblicitaria Carosello. Studente alla facoltà di Magistero dell’Università Cattolica di Milano, durante la seconda guerra mondiale fu chiamato alle armi come ufficiale e partecipò alla campagna di Grecia. Fatto prigioniero dopo l’armistizio, venne internato nei campi di Beniaminovo, Wietzendorf e, appunto, Sandbostel. Proprio in quel contesto così drammatico Tedeschi trovò conferma della sua vocazione di attore, accarezzata e coltivata sin da giovanissimo. Ha recitato in varie compagnie e in diversi teatri tra i quali lo Stabile di Roma. Di grande spessore è stato anche il ruolo da lui svolto in qualità di attore della prosa televisiva: I giocatori, Tredici a tavola, La professione della signora Warren. Non furono certo di minor valore le sue performances nello spettacolo leggero: affiancò, con grande maestria, Bice Valori e Lina Volonghi nel varietà Eva ed io. A testimonianza di una versatilità articolata e fertile, interpretò ruoli drammatici negli sceneggiati della Rai: Marmeldov in Delitto e Castigo, Sorin ne Il gabbiano e Paolino in Demetrio Pianelli. (gabriele nicolò)
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28 luglio 2020
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