Papa Francesco ha incontrato mercoledì mattina, dopo l’udienza generale, nella Biblioteca privata, una piccola rappresentanza degli atleti che il 21 maggio avrebbero partecipato al Meeting internazionale di atletica «We Run Together – Simul Currebant»: campioni olimpici avrebbero corso con atleti paralimpici, atleti con disabilità mentale, rifugiati, migranti e carcerati. Ma se non si potrà correre con le gambe a causa della pandemia, si potrà correre con il cuore. Gli atleti metteranno a disposizione alcuni oggetti ed esperienze sportive per un’iniziativa di beneficenza. L’intero ricavato sarà devoluto al personale sanitario degli ospedali Papa Giovanni XXIII di Bergamo e della Fondazione Poliambulanza di Brescia, simboli della lotta contro il coronavirus. Francesco ha incoraggiato — facendo anche un suo dono personale — questa iniziativa promossa da Athletica Vaticana, la “sua” squadra, con le Fiamme Gialle, il Cortile dei Gentili e Fidal Lazio. A presentargli il progetto sono stati, tra gli altri, il cardinale Gianfranco Ravasi con Barbara, un’atleta detenuta a Rebibbia; Giulia, una ragazza con disabilità intellettiva e due tesserati “onorari” di Athletica Vaticana: Sara, 11 anni con un malattia neurodegenerativa, e Charles, un giovane migrante che ha compiuto un percorso di inclusione.
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20 maggio 2020
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