· Città del Vaticano ·

Venerdì a Mosca la processione guidata dal patriarca Cirillo per invocare la fine della pandemia

Con l’icona della Vergine cara a san Serafino

fbi.jpg
02 aprile 2020

Serafino di Sarov, forse il santo più amato dagli ortodossi russi, la chiamava «Gioia di tutte le gioie». Non se ne separava mai. La custodiva nella sua cella, invocandola tutti i giorni. Nel pomeriggio di domani, venerdì 3 aprile, attraverserà le vie di Mosca affinché interceda per la liberazione dal coronavirus. Sarà il primate Cirillo, alle ore 16, a guidare la processione (ridotta ai minimi termini) che condurrà l’icona della Madre di Dio della Tenerezza dalla chiesa all’interno della residenza patriarcale alla cattedrale dell’Epifania in Elochovo dove, alle 18, presiederà la divina liturgia con la preghiera alla beata Vergine Maria. Come riferisce il Dipartimento sinodale per le relazioni della Chiesa con la società e i media, Cirillo ha lanciato un appello ai fedeli affinché seguano la processione «restando nelle proprie case» e a pregare insieme iniziando con l’Acatisto, l’inno alla santissima Theotokos, aggiungendo una preghiera per scacciare il virus.

Il monaco Serafino, al secolo Próchor Isídorovič Mošnín (1759-1833), trovò l’icona nella foresta di Sarov e da allora la venerò come miracolosa. Si narra che la sera prima della sua morte fu sentito cantare gli inni di Pasqua e il mattino seguente venne trovato inginocchiato davanti all’icona della Madre di Dio della Tenerezza con le mani incrociate sul petto e gli occhi chiusi. Successivamente l’immagine — un dipinto di 67 x 49 centimetri realizzato su una tela tesa in una cornice di cipresso — fu trasferita nel convento femminile di Diveevo, rendendolo da allora un’importante meta di pellegrinaggio per i fedeli ortodossi russi; c’è chi, già nel XIX secolo, faceva centinaia di chilometri per adorare l’icona. Nel 1927 il monastero di Diveevo fu chiuso dai bolscevichi ma l’immagine venne salvata e segretamente custodita per decenni da persone pie. Fino al giugno 1991 quando l’allora patriarca di Mosca Alessio ii la fece trasferire nella chiesa della residenza patriarcale. Una volta all’anno, in occasione della festa dell’Elogio della Beata Vergine Maria (il quinto sabato della Grande Quaresima), l’icona della Tenerezza di san Serafino-Diveevo viene portata fuori per il culto universale verso la cattedrale dell’Epifania in Elochovo (per decenni chiesa patriarcale). Domani con un motivo, eccezionale, in più.

di Giovanni Zavatta