· Città del Vaticano ·

22 febbraio 2020

Quel che sta cambiando

 

Potere, autorità e autorevolezza sono parole che ricorrono con frequenza quando le donne riflettono e discutono sulle funzioni che svolgono, o che ambiscono a svolgere, in campo civile, amministrativo, politico ed ecclesiastico. E che le donne rivendichino potere, autorità e autorevolezza al pari degli uomini è una questione di giustizia. Si potrebbe obiettare che nella storia non mancano esempi di donne che hanno ricoperto ruoli di comando o influenzato l’esercizio del potere maschile. Nel primo caso si tratta però di casi isolati, in cui le donne sono state spesso solo funzionali alla trasmissione del potere dinastico; nel secondo, l’influsso delle donne si è verificato soprattutto nella sfera privata oppure si è trasformato, ad esempio in ambito ecclesiale, in coraggiosa e sofferta testimonianza profetica. Solo nel secolo scorso l’indipendenza delle donne ha fatto passi in avanti e solo di recente si è assistito alla nomina di donne ai vertici di strutture politiche, dello stato o di altre imprese pubbliche e private. Sono donne simbolo, donne di potere. Resta però lontano il giorno in cui non ci sarà bisogno di ricorrere a quote rosa e non faccia notizia che un’alta carica del governo statale o ecclesiastico venga affidata a una donna.

Ma sono le pari opportunità e i diritti delle donne veramente l’obiettivo ultimo? O non piuttosto una tappa necessaria di un percorso volto a riformare il sistema di potere dominante? Le donne sono di fronte a un bivio nei riguardi del potere. Scegliere di non far rete, di non competere ad armi pari con gli uomini, di sorvolare su compromessi e abusi, diventando così le peggiori nemiche di se stesse. Oppure cogliere l’opportunità di segnare una discontinuità con le tipologie comunemente usate dagli uomini. Questo vale anche per le donne nella Chiesa: accontentarsi di accedere a ruoli di governo così come si sono configurati nel tempo nell’istituzione ecclesiastica, oppure impegnarsi, assieme a tutti gli uomini di buona volontà, a ripensare il potere e a ricondurlo con coraggio a una vera responsabilità di servizio per conto e in nome dell’autorità divina. Il mondo attende dalla Chiesa la testimonianza evangelica che ciò che conta non è occupare posti chiave e costruirsi intorno istituzioni idolatriche, bensì promuovere il bene comune e personale, con la cura dell’altro e in un atteggiamento che libera e non sottomette. In tale testimonianza risiede il vero potere delle donne oggi.

Francesca Bugliani Knox

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