· Città del Vaticano ·

01 marzo 2019

Donne e politica

Donne e politica, e in particolare donne cattoliche e politica: ecco il tema di questo numero che analizza quindi, nei loro reciproci rapporti, la politica, la religione e le donne. Come sempre quando lo sguardo è esteso a contesti temporali e spaziali diversi, il quadro che emerge è mosso e differenziato. L’elemento di maggiore omogeneità è il grande interesse delle donne per la politica e, ancora, il fatto che l’istanza religiosa non affievolisce, anzi semmai motiva e incrementa, l’impegno politico. Questo anche nel saggio dedicato a un’esperienza non cristiana, quello sul Marocco, dove si sottolinea l’emergere di un filone d’impegno politico femminile volto a conciliare l’affermazione dei diritti delle donne con la possibilità di non rinunciare alla religione in favore della politica. Di grande interesse anche quanto si coglie nell’articolo sull’Italia, e più esattamente sulle elette all’assemblea costituente, per l’impegno trasversale nei confronti dei diritti delle donne che accomunava cattoliche, socialiste, comuniste; queste infatti si vedevano più come donne che fanno politica a favore delle donne che non come esponenti di partiti in confronto anche aspro tra loro. Il caso francese porta al medioevo, prima che nel Trecento le donne fossero estromesse dalla successione al trono, e alle donne munite di potere politico, dalle principesse alle badesse. La vita di Hildegard Burjan, ebrea tedesca convertita al cattolicesimo, unica donna eletta nel 1918 al parlamento austriaco, molto impegnata socialmente e beatificata nel 2012, ci interroga anche sul ruolo che il passaggio di religione ha avuto sui percorsi politici. In tutte queste donne, o almeno nella loro maggioranza, come dimostra anche l’esperienza delle cattoliche negli Stati Uniti, l’attenzione è rivolta alla fascia più debole, meno rappresentata, dell’umanità, quasi che il modo di fare politica delle donne fosse in sé diverso da quello degli uomini. Una differenza che sembra attenuarsi, però, quando la presenza femminile nella vita politica si rafforza e normalizza, e che sembra appartenere più alle fasi in cui rappresenta ancora un elemento nuovo e disturbante, una speranza di cambiamento difficile da realizzarsi. (anna foa)

 

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