Risanare il cuore ferito
Lo stato di salute della democrazia nel mondo preoccupa Papa Francesco. Tanto che da Trieste — dove ieri mattina ha concluso i lavori della Settimana sociale dei cattolici in Italia dedicata proprio a questo tema — il Pontefice ha lanciato un forte appello a riscoprire i valori della partecipazione e della passione civile. Che — ha puntualizzato nel discorso rivolto ai 1200 delegati di tutto il Paese presenti ai lavori — «non valgono soltanto per il contesto italiano, ma rappresentano un monito per l’intera società umana e per il cammino di tutti i popoli».
Per Francesco occorre infatti «un coinvolgimento personale e comunitario» per «risanare» il cuore della democrazia «ferito» dall’individualismo e dall’indifferenza, che si insinuano come un «cancro» nelle pieghe della società. Da qui l’invito indirizzato in particolare al laicato cattolico, chiamato a «organizzare la speranza» attraverso «progetti di buona politica» che partano «dal basso» e attingano alla «ricchezza dell’insegnamento sociale della Chiesa».
Un impegno «in prima linea per diffondere il Vangelo della speranza» che Papa Bergoglio ha rilanciato anche nell’omelia della messa celebrata successivamente davanti a migliaia di fedeli nella piazza Unità d’Italia. «Da questa città di Trieste, affacciata sull’Europa, crocevia di popoli e culture, terra di frontiera, alimentiamo il sogno di una nuova civiltà fondata sulla pace e sulla fraternità» ha esortato, ricordando che «abbiamo bisogno dello scandalo della fede» per «vincere la mediocrità e l’accidia» di una società «spesso anestetizzata e stordita dal consumismo».
In conclusione, prima della recita dell’Angelus, il pensiero ai popoli martoriati dalla guerra, in particolare Ucraina, Palestina, Israele, Sudan e Myanmar, affidati dal Pontefice alla «intercessione della Vergine Maria venerata sul Monte Grisa come Madre e Regina».
Il discorso a conclusione della Settimana sociale