
Nella catechesi l’invito a non sentirsi realizzati nel potere ma nell’apertura fiduciosa all’altro
Violenze, carestia, colera, e da ultimo la devastante frana che, nelle scorse ore, ha travolto la regione del Darfur, provocando oltre mille morti. È la drammatica situazione del Sudan, per il quale Leone XIV ha chiesto preghiere al termine dell’udienza generale di oggi, mercoledì 3 settembre, in piazza San Pietro.
In particolare, il Pontefice ha rivolto un accorato appello sia ai responsabili sia alla comunità internazionale, affinché «siano garantiti corridoi umanitari e si attui una risposta coordinata per fermare questa catastrofe umanitaria» nel Paese africano e si avvii, al contempo, «un dialogo serio, sincero e inclusivo tra le parti», per porre fine al perdurante conflitto interno e restituire alla popolazione «speranza, dignità e pace».
In precedenza, il vescovo di Roma aveva proseguito il ciclo di catechesi giubilari avviato dal predecessore Francesco sul tema «Cristo Nostra Speranza», offrendo una riflessione sull’episodio evangelico riguardante la crocifissione di Gesù. In proposito il Papa ha evidenziato come l’umanità non si realizzi «nel potere, ma nell’apertura fiduciosa all’altro», perché «la salvezza non sta nell’autonomia, ma nel riconoscere con umiltà il proprio bisogno e nel saperlo liberamente esprimere».
Infine, nei saluti ai diversi gruppi presenti, per il mese di settembre Leone XIV ha invitato a pregare per gli studenti che tornano a scuola, affidandoli all’intercessione dei giovani Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis che saranno proclamati santi domenica 7 settembre.