L’Assemblea generale dell’Onu riunita in plenaria per commemorare la figura del Pontefice

L’insegnamento di Francesco
per un mondo di pace

United Nations Secretary General Antonio Guterres speaks as the UN General Assembly pays tribute to ...
30 aprile 2025

New York, 30. Si è spenta «una voce di solidarietà in un mondo di divisioni; una voce di compassione in un mondo di crudeltà; una voce di pace in un mondo di guerra». Così António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, si è rivolto ieri ai delegati dei 193 Stati membri dell’Assemblea generale per ricordare a una settimana dalla sua morte la figura di Papa Francesco, definendolo «un uomo di fede capace di costruire ponti tra le fedi, un difensore degli emarginati, una voce di pace».

All’apertura dei lavori il presidente dell’Assemblea generale, il camerunese Philémon Yang, ha invitato i delegati a osservare un minuto di silenzio prima della lettura dei messaggi di cordoglio. Di fronte all’Assemblea generale nel 2015 – ricorda il segretario generale dell’Onu - il Papa “definì la nostra organizzazione come un luogo in cui prende corpo l’ideale di una famiglia umana unita, capace di lavorare unita e in armonia «non solo per la pace, ma in pace, e non solo per il perseguimento della giustizia ma in uno spirito di giustizia». Con l’enciclica Fratelli tutti, ha ricordato Guterres, Francesco ribadisce la necessità di una maggiore giustizia sociale ed eguaglianza nel mondo, tracciando «una linea netta tra l’avidità, da un lato, e la povertà, la fame, le discriminazioni e la sofferenza, dall’altro».

Guterres, rammentando il periodo del proprio incarico come Alto commissario per i rifugiati, ha colto l’occasione per rievocare l’impegno del Pontefice scomparso nell’accendere un faro sul dramma dei rifugiati e dei migranti. Papa Francesco — ha affermato Guterres — ha sempre espresso la convinzione che la fede debba essere il motore dell’azione e dell’impegno. «In occasione dell’ultima Giornata mondiale del rifugiato ha fatto appello a tutti i paesi affinché «accolgano promuovano, accompagnino e integrino coloro che bussano alle loro porte».

Papa Francesco si è fatto umile pellegrino in Paesi sconvolti dalla guerra in tutto il mondo dall’Iraq al Sud Sudan e alla Repubblica Democratica del Congo — condannando le violenze e promuovendo la riconciliazione. E soprattutto — si legge nel messaggio — «si è schierato con fermezza in difesa degli innocenti intrappolati nelle guerre a Gaza e in Ucraina». Il suo invito — ha proseguito il segretario generale — è di non chiudere gli occhi di fronte alle vittime di guerre e violenze. «Ogni giorno, senza eccezioni, alle 7 di sera in punto — ha ricordato Guterres — si ritirava per chiamare la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza» e chiedere loro se avessero mangiato, se avessero acqua. «Non lo ha fatto per ragioni diplomatiche o per obbligo. Questo era il tipo di domande che un padre avrebbe fatto». «È stato un messaggero di speranza fino alla fine», ha osservato il segretario generale.

Proseguendo in lingua francese e spagnola, Guterres ha ripercorso il magistero di Francesco in difesa della “casa comune”, citando l’enciclica Laudato si’, nella quale il Papa «ha sottolineato il legame evidente tra il degrado ambientale e il degrado della condizione umana». Il 2025 è stato proclamato anno della Speranza — ricorda la massima carica onusiana —: «Adesso tocca a noi promuovere questa speranza». Concludendo il proprio intervento, Guterres ha invitato l’Assemblea generale a rinnovare il proprio impegno in favore della pace, della tutela della dignità umana e di promozione della giustizia sociale.


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