Nella Giornata missionaria mondiale il Pontefice ha proclamato quattordici nuovi santi

Testimoni di speranza

 Testimoni di speranza   QUO-239
21 ottobre 2024

I martiri di Damasco, Giuseppe Allamano e le suore Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra


«Lungo la storia tormentata dell’umanità» i quattordici nuovi santi «si sono fatti servi dei fratelli, creativi nel fare il bene, saldi nelle difficoltà, generosi fino alla fine»: perciò «chiediamo fiduciosi la loro intercessione» affinché «anche noi possiamo seguire il Cristo nel servizio e diventare testimoni di speranza per il mondo». Papa Francesco ha concluso con questo auspicio l’omelia della messa durante la quale ieri ha canonizzato in piazza San Pietro i francescani Manuel Ruiz López e sette compagni e i fratelli Massabki, laici maroniti — noti come gli undici martiri di Damasco — don Giuseppe Allamano e le religiose Marie-Léonie Paradis ed Elena Guerra.

«Questi nuovi santi hanno vissuto lo stile di Gesù: il servizio — ha spiegato il Pontefice —. La fede e l’apostolato che hanno portato avanti non ha alimentato in loro desideri mondani e smanie di potere» ha aggiunto, rimarcando che nella vita «vince non chi domina, ma chi serve per amore».

Per cui, ha aggiunto Francesco, «a questo dobbiamo anelare: non al potere, ma al servizio. Il servizio è lo stile di vita cristiano. Non riguarda un elenco di cose da fare, quasi che, una volta fatte, possiamo ritenere finito il nostro turno; chi serve con amore non dice: “adesso toccherà qualcun altro”. Questo è un pensiero da impiegati, non da testimoni. Il servizio nasce dall’amore e l’amore non conosce confini, non fa calcoli, si spende e si dona. L’amore non si limita a produrre per portare risultati, non è una prestazione occasionale» ha chiosato.

All’Angelus con cui si è chiusa la celebrazione Francesco ha poi ricordato la Giornata Missionaria Mondiale, il sessantesimo anniversario della canonizzazione dei Martiri dell’Uganda e la necessità di proteggere «le popolazioni più fragili e più vulnerabili» come quelle dell’Amazzonia, facendo «appello alle autorità politiche e civili, affinché» ne salvaguardino i «diritti fondamentali contro ogni forma di sfruttamento della loro dignità e dei loro territori». Da ultimo, infine, ha rinnovato l’appello «a pregare per le popolazioni che soffrono a causa della guerra» come «la martoriata Palestina, Israele, Libano, la martoriata Ucraina, Sudan, Myanmar e tutte le altre» e invocare «per tutti il dono della pace».

L’omelia

L’Angelus

La cronaca