Nella difficile notte del dolore la supplica per il disarmo dei cuori
Il rosario del Pontefice a Santa Maria Maggiore
«Un anno fa è divampata la miccia dell’odio; non si è spenta, ma è deflagrata in una spirale di violenza, nella vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra». La denuncia di Papa Francesco è scritta nero su bianco nella lettera inviata ai cattolici del Medio Oriente nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’inizio del conflitto nella regione. Per la circostanza il Pontefice non solo ha indetto una Giornata di preghiera e di digiuno, ma si è anche rivolto ai fratelli e alle sorelle in Cristo dell’area definendoli «un piccolo gregge inerme, assetato di pace».
Nella missiva il vescovo di Roma assicura vicinanza: «sono con voi» afferma ripetutamente, ma anche con «tutti gli uomini e le donne di ogni confessione e religione che in Medio Oriente soffrono per la follia della guerra». E quel «sono con voi» è in particolare per gli «abitanti di Gaza, martoriati e allo stremo», per i «forzati a lasciare le case, ad abbandonare la scuola e il lavoro... per scappare dalle bombe», per le madri che versano «lacrime guardando i figli morti o feriti», per i bambini ai quali «le trame dei potenti tolgono il diritto di giocare» e per tutti quelli che hanno «paura ad alzare lo sguardo in alto, perché dal cielo piove fuoco».
Intenzioni queste affidate ieri alla preghiera dell’Angelus di mezzogiorno in piazza San Pietro e poi deposte nel pomeriggio ai piedi della Madre di Dio durante il rosario per la pace recitato a Santa Maria Maggiore.
L’Angelus in piazza San Pietro
Lettera ai cattolici del Medio Oriente
Il rosario a Santa Maria Maggiore
Si converta chi alimenta l’odio
di Salvatore Cernuzio
In comunione con la Chiesa e con il mondo
di Federico Piana