Verso il Giubileo in una città dalla vocazione unica
Un città «unica al mondo, dallo spirito universale», che preparandosi al Giubileo è chiamata «a manifestare il suo volto, accogliente, ospitale, generoso, nobile» in vista dell’«enorme afflusso» di pellegrini e turisti attesi a Roma. È quanto chiesto da Papa Francesco in occasione della visita compiuta stamane in Campidoglio. Tornato per la terza volta sul più piccolo dei colli dell’Urbe per incontrare di nuovo le autorità cittadine come aveva fatto il 26 marzo 2019 — mentre nel 2020 aveva partecipato nella stessa piazza a un’iniziativa di preghiera per la pace — il Pontefice ha incentrato il suo discorso sull’imminente Anno santo del 2025. La città si appresta a ospitare tale evento di carattere religioso — «un pellegrinaggio orante e penitente» lo ha definito — tuttavia, esso «non può non coinvolgere» Roma «anche sotto il profilo delle attenzioni e delle opere necessarie ad accogliere i tanti pellegrini che la visiteranno, aggiungendosi ai turisti che vengono ad ammirare il suo immenso tesoro di opere d’arte e le grandiose tracce dei secoli passati». Da qui l’auspicio che il Giubileo possa «avere una ricaduta positiva sul volto della città, migliorandone il decoro e rendendo più efficienti i servizi pubblici», ma soprattutto favorendo «l’avvicinamento tra centro e periferie». Del resto, ha confidato, «a me piace andare a visitare le parrocchie di periferia, perché sentano che il vescovo è loro vicino».
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