Una voce coraggiosa
in Terra Santa

 Una voce coraggiosa in Terra Santa  QUO-003
04 gennaio 2023

In Terra Santa, all’interno di tutta la comunità cristiana, il cordoglio per la nascita al cielo di Benedetto xvi è unanime. Ma anche i media israeliani e arabi hanno dato risalto alla scomparsa del Pontefice emerito, con toni rispettosi e curiosi.

Per i cristiani, soprattutto per le Chiese ortodosse, Papa Benedetto era il Papa che affermava con dolce fermezza una solida teologia e visione del mondo, con le quali il mondo cristiano ortodosso si sentiva affine. Nei media israeliani e arabi, invece, è stato presentato soprattutto come il “Papa delle dimissioni”, colui che ha dovuto affrontare crisi acute e incomprensioni, sia nel mondo ebraico che in quello islamico, dalla questione del vescovo Williamson, negazionista della Shoah, fino ovviamente al famoso discorso di Ratisbona. Ma non si sono visti toni polemici o ricordi negativi.

Non sono mancati, ovviamente, accenni al suo pellegrinaggio in Terra Santa. La visita di Papa Benedetto fu momento importante per la Chiesa di Terra Santa, prima ancora che per le relazioni politiche, ecumeniche e interreligiose.

La venuta di Papa Benedetto fu preceduta da dubbi e grandi attese. L’atteggiamento di parte dell’opinione pubblica israeliana era scettico. Anche nella società palestinese, tuttavia, l’annuncio della visita del Papa era stato accolto inizialmente con un po’ di freddezza. C’era in tutti la paura che la visita potesse essere strumentalizzata a favore di una o dell’altra parte. Una paura ben presto fugata dalle parole del Pontefice. Il Santo Padre, infatti, ebbe parole chiare e sincere per tutti, da vero amico, fratello e padre, ma anche senza cedimenti. Già dai suoi primi discorsi era diventato subito chiaro che Benedetto non si sarebbe adeguato all’agenda del politically correct. In Terra Santa, infatti, nelle visite di quel livello, ci si attende che l’importante ospite dica quello che tutti si aspettano che si dica, così da lasciare tutti tranquilli ed evitare polemiche e fraintendimenti.

Dopo i gesti clamorosi compiuti da Giovanni Paolo ii in Terra Santa, non c’erano gesti nuovi che Papa Benedetto potesse compiere. Il contributo principale della visita di Papa Benedetto è stato nei suoi discorsi. Il Pontefice, infatti, ha lasciato discorsi molto chiari e coraggiosi, che ancora oggi sono un punto di riferimento. Sul Monte Nebo, in Giordania, e in un contesto dove le relazioni con il mondo ebraico non sono scontate, ebbe il coraggio di parlare del legame indissolubile della fede cristiana con le radici ebraiche. Al memoriale di Yad Vashem, a Gerusalemme, fece una riflessione sul significato della memoria. A Betlemme, di fronte al muro di separazione, pronunciò parole molto forti contro ogni forma di divisione e di inimicizia. Non ebbe alcun timore di parlare ai politici israeliani del diritto dei palestinesi ad avere una patria. Ma non ha nemmeno evitato di ribadire direttamente ai palestinesi del diritto all’esistenza di Israele, e della necessità di una prospettiva di riconciliazione.

La sua attenzione, tuttavia, è stata soprattutto per la comunità cristiana di Terra Santa. Importanti sono state le sue parole d’incoraggiamento nell’omelia della messa celebrate a Gerusalemme nella valle di Giosafat: «Spero che la mia presenza qui sia un segno che voi non siete dimenticati, che la vostra perseverante permanenza e testimonianza sono di fatto preziose agli occhi di Dio e sono una componente del futuro di queste terre». Non mancò inoltre di ricordare alla Chiesa di Terra Santa quale sia la sua speciale vocazione: «edificare la cultura della pace e del rispetto reciproco che potranno garantire un futuro migliore per i vostri figli». Impresa più importante delle strutture economiche e politiche, questa «nuova infrastruttura spirituale» dovrà essere «capace di galvanizzare le energie di tutti gli uomini e donne di buona volontà nel servizio dell’educazione, dello sviluppo e della promozione del bene comune». Per questo disse ai vescovi: «contate sul mio appoggio ed incoraggiamento nel fare tutto quello che è in vostro potere per aiutare i nostri fratelli e sorelle cristiani a rimanere e ad affermarsi qui, nella terra dei loro antenati».

Dietro la figura mite e gentile di Papa Benedetto, insomma, si celava una personalità che, con serena determinazione e senza ammiccamenti, ha saputo stare di fronte alle attese degli uni e degli altri con una libertà che tutti, alla fine, gli hanno dovuto riconoscere.

Un’immagine racchiude l’impressione di fragilità e di forza che caratterizzarono quel pellegrinaggio: giunto in fondo alla ripida scala che scende dal Calvario, era stretto fra gli uomini della sicurezza. Un uomo si è quasi buttato contro di loro, finendo per essere spintonato a terra, lontano. Con la stessa prontezza il Papa ha proteso le braccia e non le ha abbassate. La sicurezza gli ha lasciato il passo. È andato da quell’uomo, si è chinato su di lui, gli ha preso le mani, mentre quello aveva cominciato a parlargli. Nessuno dei due, forse, ha capito le parole dell’altro. Ma tutti capimmo il gesto del Papa.

di Pierbattista Pizzaballa
Patriarca di Gerusalemme dei latini


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