L’Angelus in piazza San Pietro

La “porta stretta” dell’amore

 La “porta stretta” dell’amore  QUO-190
22 agosto 2022

La “porta stretta” di cui parla Gesù non è «destinata solo a pochi eletti o ai perfetti» ma è «aperta a tutti» e si misura sulla capacità di «impegnare la vita nell’amore, nel servizio e nel dono di sé». Lo ha detto il Papa all’Angelus recitato domenica 21 agosto, con i fedeli riuniti in piazza San Pietro.

Commentando il passo liturgico del Vangelo di Luca (13, 22-30), il Pontefice ha ricordato che «entrare nel progetto di vita» proposto da Dio «chiede di restringere lo spazio dell’egoismo, di ridurre la presunzione dell’autosufficienza, di abbassare le alture della superbia e dell’orgoglio e di superare la pigrizia per attraversare il rischio dell’amore, anche quando comporta la croce». In proposito il Papa ha indicato le testimonianze dei genitori «che si dedicano ai figli facendo sacrifici»; di coloro che «si occupano degli altri e non solo dei propri interessi»; di chi si spende «al servizio degli anziani, dei più poveri e dei più fragili»; di quanti lavorano «con impegno, sopportando disagi e magari incomprensioni»; di quelli che soffrono «a motivo della fede» ma continuano «a pregare e ad amare»; e di «quanti, anziché seguire i propri istinti, rispondono al male con il bene, trovano la forza di perdonare e il coraggio di ricominciare». Questi, ha detto, «sono solo alcuni esempi di gente che non sceglie la porta larga del proprio comodo, ma la porta stretta di Gesù, di una vita spesa nell’amore».

Al termine della preghiera, dopo l’appello di pace per il Nicaragua (di cui diamo notizia a parte), Francesco ha rinnovato la sua preghiera «per il caro popolo ucraino, che sta vivendo una immane crudeltà».

L'Angelus