Mozambico: terra di nessuno, terra di tutti

A man stands on the shore looking at the sea among fishing boats on April 25, 2019 in Moroni after ...
12 agosto 2022

Da una parte le violenze, la povertà e i cambiamenti climatici che provocano morti, feriti, profughi e sfollati. Dall’altra, l’abbondanza delle risorse naturali che collocano il territorio in una posizione strategica, soprattutto riguardo al contesto internazionale attuale. Il Mozambico, oggi, si presenta così, ovvero al centro di due fuochi: è “terra di nessuno” perché il mondo sembra essersi dimenticato dei feroci scontri in corso da cinque anni nella provincia di Cabo Delgado. Ma è anche “terra di tutti” perché fa gola a un pianeta in cerca di un’alternativa al sistema del gas russo, messo in crisi dalla guerra in Ucraina. Sullo sfondo, c’è una lunga storia di pace, siglata nel 1992 tra il governo e i guerriglieri della ReNaMo. Una pace che purtroppo, però, sembra ormai lontana.

Per questo, le pagine di «Atlante-Estate» di oggi vogliono accendere i riflettori sul Mozambico: perché dare voce a questa ex colonia portoghese divenuta indipendente nel 1975 significa fare sì che la speranza, la pace e la riconciliazione — i tre punti chiave del motto del viaggio apostolico compiuto da Papa Francesco nel Paese a settembre del 2019 — non restino soltanto parole “andate in stampa” sul giornale, ma diventino davvero una realtà concreta, nel più breve tempo possibile.

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