Preghiera per la pace

Vicinanza alla popolazione di Cabo Delgado, in Mozambico, da anni «vittima di una situazione di insicurezza e violenza che continua a provocare morti e sfollati». L’ha espressa Leone XIV all’Angelus di ieri, 24 agosto, recitato a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano.
In particolare, il Pontefice ha esortato a «non dimenticare» la popolazione del Paese africano, invitando alla preghiera ed auspicando che «gli sforzi dei responsabili del Paese riescano a ristabilire la sicurezza e la pace» nel territorio.
Parimenti, nel giorno in cui si è tenuta l’iniziativa spirituale “Preghiera Mondiale per l’Ucraina”, il Pontefice ha rinnovato l’appello alla pace nel «martoriato Paese», dove il conflitto persiste da oltre tre anni.
In precedenza, nella XXI domenica del Tempo ordinario, ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti erano collegati attraverso i media, il vescovo di Roma ha offerto una riflessione sul Vangelo del giorno.
«Gesù mette in crisi “la sicurezza dei credenti” — ha affermato —. Egli, infatti, ci dice che non basta professare la fede con le parole», perché essa è autentica «quando diventa un criterio» di scelta e quando rende l’umanità impegnata nel bene, nonché capace di rischiare nell’amore «proprio come ha fatto Gesù».
Spendersi per gli altri e lottare contro il proprio egoismo, ha proseguito Papa Prevost, significa «compiere scelte faticose e impopolari»; ma è così che si potrà entrare «nel cuore largo di Dio e nella gioia della festa eterna che Egli ha preparato per noi».