Leone XIV a una delegazione del “Chagos Refugees Group” di Port Louis

Nessuno può costringere
i popoli all’esilio forzato

 Nessuno può costringere i popoli all’esilio forzato   QUO-193
23 agosto 2025

«Tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nelle proprie terre; e nessuno può costringerli a un esilio forzato». Lo ha sottolineato Leone XIV alla delegazione del “Chagos Refugees Group”, di Port Louis, nelle Isole Maurizio, ricevuta in udienza stamani, sabato 23 agosto, nella Sala dei Papi. Pubblichiamo di seguito, in una nostra traduzione dal francese, il discorso del Pontefice.

Vi saluto cordialmente, membri della delegazione dell’associazione Chagos Refugees Group, che operate con perseveranza da molti anni per il ritorno del popolo chagossiano nelle sue isole. Mi inserisco pienamente nella scia del compianto Papa Francesco che avete incontrato nel giugno 2023, e che vi aveva incoraggiati nelle vostre azioni. Due anni dopo, sono lieto che la vostra causa abbia ottenuto un importante successo, poiché la restituzione delle Isole Chagos alla Repubblica di Mauritius è stata sancita di recente dalla firma di un trattato.

È un passo significativo verso il vostro ritorno a casa. Condivido la vostra gioia e le vostre speranze. Insieme rendiamo grazie a Dio riprendendo le belle parole del Salmo: «Grandi cose ha fatto il Signore per noi, ci ha colmanti di gioia! … Chi semina nelle lacrime mieterà nel giubilo» (cfr. Sal 125).

Ringrazio tutte le persone delle parti coinvolte che, aprendo il loro cuore, hanno compreso la sofferenza del vostro popolo e sono giunte a questo accordo. Sono lieto che il dialogo e il rispetto delle decisioni del diritto internazionale, come aveva auspicato il mio predecessore al ritorno dal suo viaggio a Mauritius, abbiano potuto finalmente porre rimedio a una grave ingiustizia (cfr. Conferenza stampa, 10 settembre 2019). Rendo omaggio alla determinazione del popolo chagossiano, e in particolare a quella delle donne, nella rivendicazione pacifica dei propri diritti.

La rinnovata prospettiva del vostro ritorno nel vostro arcipelago natale è un segno incoraggiante e ha forza simbolica sulla scena internazionale: tutti i popoli, anche i più piccoli e i più deboli, devono essere rispettati dai potenti nella loro identità e nei loro diritti, in particolare il diritto di vivere nelle proprie terre; e nessuno può costringerli a un esilio forzato.

Formulo ora l’auspicio che le autorità di Mauritius e anche la comunità internazionale si impegnino affinché il vostro ritorno, dopo sessant’anni, avvenga nelle condizioni migliori possibili. La Chiesa locale non mancherà di apportare il suo contributo, soprattutto spirituale, come ha sempre fatto nei giorni di prova. Questi anni di esilio hanno causato molte sofferenze tra voi. Avete conosciuto la povertà, il disprezzo e l’esclusione. Possa il Signore, nella prospettiva di un futuro migliore, guarire le vostre ferite e concedervi la grazia del perdono verso quanti vi hanno fatto del male. Vi invito a guardare risolutamente al futuro. Che la Vergine Maria accompagni e custodisca voi e le vostre famiglie. Vi imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica, che estendo a tutti i chagossiani.

Grazie!


Isole Chagos, una storia travagliata


Situato nell’Oceano Indiano, l’arcipelago delle Isole Chagos è stato Territorio britannico d’Oltremare per sessant’anni, a partire dal 1965, quando le Isole Maurizio accettarono di separarsene in cambio dell’indipendenza.

Divenne un avamposto strategico pochi anni dopo, con la nascita della base statunitense di Diego Garcia,  coinvolta negli anni ‘70 nelle operazioni della guerra in Vietnam e in seguito in Afghanistan e Iraq. In totale furono circa 2.000 le persone costrette all’esilio per consentire la costruzione della struttura militare. 

Negli anni, la questione è stata portata  di fronte a molte Corti britanniche per fare in modo che la popolazione in diaspora potesse tornare nella terra degli antenati. 

Nel 2010 l’amministrazione britannica istituì una riserva protetta in gran parte dell’arcipelago, con divieto di accesso e pesca. Nove anni dopo, una sentenza non vincolante della Corte internazionale di giustizia definì «illegale» il mantenimento della sovranità sull’arcipelago da parte del Regno Unito. 

Sempre nel 2019, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò a larga maggioranza la richiesta al Regno Unito di restituire l’arcipelago alle Isole Maurizio, e nel 2021 anche il Tribunale marittimo dell’Onu si espresse a favore della restituzione. 

Iniziati i negoziati  nel 2022,  bisognerà attendere il maggio 2025 per la firma da parte del Regno Unito di un trattato che prevede la cessione dell’arcipelago al Paese africano, mantenendo però il controllo del territorio su cui sorge la base militare di Diego Garcia.