La buona Notizia
Il Vangelo della XXI domenica del tempo ordinario (Lc 13, 22-30)

Solo l’amore
può aprire quella porta

 Solo l’amore può aprire quella porta  QUO-189
19 agosto 2025

di Marco Lodoli

Nelle righe finali di questo passo del Vangelo di Luca, Gesù ci dice qualcosa che davvero può trasformare la nostra vita: «Vi sono primi che saranno ultimi e vi sono ultimi che saranno primi». Attraverso la porta stretta potranno passare gli umiliati e offesi che però non hanno mai abbandonato una speranza di giustizia, la fede nell’infinita misericordia divina. È esattamente il contrario di quanto oggi viene ripetuto con una certa sfrontatezza e senza alcuna pietà, cioè quello slogan cinico che afferma che “uno su mille ce la fa” delineando una visione della vita competitiva e crudele, una sorta di darwinismo sociale per cui solo pochissimi si affermeranno e avranno successo, denaro, fama, mentre milioni, miliardi di sconfitti rimarranno sui margini, esclusi, respinti, dimenticati.

La porta stretta della nostra epoca sembra concepire la vita come una lotta senza esclusione di colpi bassi e feroci, una selezione brutale dove solo alcuni, più determinati o più prepotenti, potranno imporsi su tutti gli altri. La cultura dominante esalta solo chi passa per primo attraverso la porta stretta della vittoria sociale, sgomitando per avere le luci dei riflettori tutte su di sé, indifferente a chi patisce nell’ombra. È la morale del capitalismo estremo che invita a considerare gli altri come avversari da superare e abbattere. Gesù invece ci ricorda che per quella porta stretta tutti potranno passare perché è la porta dell’amore e della carità. E chi nella vita è stato maltrattato, chi ha subito l’arroganza dei vincenti, siederà alla mensa del Signore con i profeti e con tutti gli uomini di buona volontà, mentre gli operatori di ingiustizia, anche se nella loro esistenza hanno arraffato ogni applauso e ogni bene materiale, resteranno fuori.

Ricordo una poesia di Borges, I giusti, in cui il poeta argentino elenca le persone che salvano il mondo dalla disperazione, e tra loro ci sono quelli «che sono contenti che abbiano ragione gli altri», che non vogliono imporre a tutti i costi le loro piccole ragioni. Solo l’attenzione e l’amore per gli altri, per chi resta indietro, può aprire quella minima porta da cui si passerà per raggiungere il cielo, e da cui già arriva una luce nuova che illumina l’esistenza delle persone buone, che non vogliono scavalcare nessuno, solo condividere con gli altri le sofferenze e i doni della vita.