Con i giornalisti all’arrivo nella cittadina laziale

Stop alle armi in Ucraina
e alla fame a Gaza
Si liberino gli ostaggi

 Stop alle armi in Ucraina e alla fame a Gaza  Si liberino gli ostaggi  QUO-188
18 agosto 2025

Cessate il fuoco e accordo di pace in Ucraina, risoluzione della crisi umanitaria e della fame e liberazione degli ostaggi israeliani a Gaza. Sono gli obiettivi della “soft diplomacy” della Santa Sede per problemi che «non si possono risolvere con la guerra», ed è quello che ha chiesto e si è augurato Leone XIV, raggiunto da alcuni giornalisti al suo arrivo mercoledì sera, 13 agosto, a Castel Gandolfo, dove sta trascorrendo un secondo periodo di riposo estivo fino al 19. Mentre salutava le tante persone in attesa davanti al cancello di Villa Barberini, sua residenza in questi giorni, il Papa ha risposto alle domande dei cronisti sull’attualità internazionale.

Quando gli è stato chiesto cosa si aspettasse dal vertice di Ferragosto tra il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, Leone XIV ha risposto: bisogna cercare sempre «il cessate il fuoco, bisogna finire con la violenza, con tanti morti. Vediamo come possono mettersi d’accordo. Perché la guerra dopo tanto tempo, qual è il fine? Bisogna sempre cercare il dialogo, il lavoro diplomatico e non la violenza, non le armi». E alla domanda se fosse preoccupato per la possibilità che venga deportata la popolazione di Gaza, il Papa ha detto: «Intanto bisogna risolvere la crisi umanitaria, non si può continuare così. Conosciamo la violenza del terrorismo e rispettiamo i tanti che sono morti ed anche gli ostaggi, c’è bisogno che vengano liberati. Ma anche pensare ai tanti che stanno morendo di fame».

Infine al Pontefice è stato domandato quale opera stia portando avanti la Santa Sede per fermare questi ed altri conflitti. Leone XIV ha risposto che: «La Santa Sede non può fermare… ma stiamo lavorando diciamo per una soft diplomacy, sempre invitando, spingendo per cercare la non violenza con il dialogo e cercare delle soluzioni perché questi problemi non si possono risolvere con la guerra».