Messaggio pontificio alle Suore Oblate di Santa Francesca Romana

Scuola di carità
e lampada per la storia

 Scuola di carità  e lampada per la storia   QUO-188
18 agosto 2025

«Scuola di carità» e «lampada per la storia e il cammino di un popolo» nel cuore della Città Eterna. Leone XIV definisce così l’operato delle Suore Oblate di Santa Francesca Romana di Tor de’ Specchi nel messaggio loro inviato, in occasione del sesto centenario dell’oblazione solenne emessa dalla fondatrice il 15 agosto 1425. Nella circostanza, il cardinale Fortunato Frezza, commissario pontificio per Tor de’ Specchi, ha presieduto presso l’omonimo monastero la celebrazione eucaristica durante la quale è stato letto il messaggio pontificio che pubblichiamo di seguito.

Alle Reverende
Suore Oblate
di Santa Francesca Romana di Tor de’ Specchi

Il 15 agosto 1425, la Santa Fondatrice Francesca Romana, dopo una vita vissuta come sposa e madre esemplare, insieme alle prime nove compagne, emise l’oblazione solenne, consacrandosi a Dio nel servizio umile e dedito a quanti erano afflitti dalle povertà umane e spirituali del suo tempo. Nel solco di questi sei secoli, la vostra antica Famiglia religiosa, ispirata alla Regola del grande padre del monachesimo occidentale San Benedetto, è stata scuola di carità operosa, fonte di spiritualità e ideale d’offerta di sé a Cristo e alla Chiesa.

Tale singolare ricorrenza, dunque, è per me un’occasione lieta di unirmi a Voi nella preghiera, dilette Figlie, che quotidianamente, volgendo lo sguardo a Colui che ha dato la vita per la nostra salvezza (cfr. Gv 10, 17-18), a Lui consegnate con amore la vostra esistenza e i desideri che serbate nell’animo, affinché si edifichi il suo regno di luce e di pace.

Rivolgo, pertanto, un cordiale pensiero a codesta Comunità monastica ed a quanti assieme a Voi commemorano l’evento giubilare, significativo per tutta la Diocesi di Roma.

Santa Francesca Romana, tanto amata dai fedeli, continua ad essere faro che illumina i credenti di ogni epoca, facendo ardere il fuoco dell’amore di Cristo nell’uomo d’oggi. La nostra società urge di donne come Lei: appassionate del Vangelo e, come scrisse il mio venerato Predecessore, «accese dallo zelo di Dio, desiderose di servire l’Altissimo in spirito di umiltà e, per quanto è possibile alla loro fragilità, di imitare la vita apostolica per guadagnare se stesse a Cristo e vivere in comunione e carità...» (Papa Eugenio IV, Bolla di Fondazione del Monastero di Tor de’ Specchi), anime che — come disse un altro grande Papa, San Giovanni Paolo II — «incoraggiate e fortificate dalla grazia, pur nella delicata sensibilità per i bisogni e le propensioni dell’odierna società, sappiano compiere scelte di profondo radicalismo evangelico [...] caratterizzato da austera disciplina, da gioiosa rinunzia e da generosa oblazione». (Giovanni Paolo II, Lettera del 15 gennaio 1984). Sono tanti i risvolti della sua santità. Potremmo ricordarne tre.

Il primo è lo zelo con cui si impegnò a generare Cristo nel mondo e a renderne forte e reale la presenza con la sua testimonianza di fede e santità; il secondo è la sua docilità alla guida degli Angeli, la cui presenza coltivava grazie alla fedeltà alla preghiera e alla meditazione della Parola di Dio, unite alla devozione per i suoi Santi protettori — San Paolo, Santa Maria Maddalena, San Benedetto e San Francesco di Sales — sotto la guida di giganti spirituali quali San Giovanni Leonardi e San Filippo Neri, che l’hanno accompagnata nel suo cammino. La terza virtù è l’impegno per l’unità della Chiesa, per la quale si profuse, con la preghiera e con l’azione.

Di tutto questo è continuazione la vostra presenza di Monastero “aperto” — così lo volle la Madre fondatrice — nel cuore della Città Eterna, come lampada per la storia e il cammino di un popolo; numerosi, nei secoli trascorsi, sono stati i devoti della Santa che si sono recati in codesto luogo così sublime, ricco di arte e di spiritualità, per attingere la pace interiore e assaporare l’amore di Dio, e ancora oggi c’è tanto bisogno, in una società così frenetica ed opulenta, di oasi come questa.

Vi incoraggio perciò a ravvivare il vostro carisma confidando nell’aiuto dello Spirito Santo che, pur tra le sfide del tempo presente, saprà rafforzarVi e aiutarVi a proseguire nella missione per il bene della Chiesa.

Era cara alla Madre la bellissima preghiera:

Tenuisti manum dexteram meam:
in voluntate tua deduxisti me:
et cum gloria assumpsisti me.
«Hai stretto nella tua mano la mia mano destra, mi hai condotto nella tua volontà e mi hai accolto nella gloria».

Sia anche per Voi programma e profezia, nella fiducia e nel desiderio sempre vivo della Patria eterna.

Figlie carissime, sentitevi unite alla Chiesa che guarda a Voi con speciale dilezione, soprattutto in questo momento in cui siete affidate alle premure paterne del Venerato Fratello Cardinale Fortunato Frezza, chiamato ad accompagnarVi e sostenerVi in questo tratto di strada perché insieme possiate guardare il futuro con speranza e docilità.

Con tali auspici, formulo i migliori auguri per i festeggiamenti giubilari, Vi affido all’intercessione della Vergine Maria Assunta in Cielo, dell’Advocata Urbis e dei Santi Patroni, e invio la Benedizione Apostolica, che volentieri estendo a quanti prendono parte con Voi al rendimento di grazie, confidando nel ricordo orante per me.

Dal Vaticano, 15 agosto 2025
Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria

LEONE PP. XIV