
da Ponte di Legno
Giada Aquilino
«Tanti, troppi innocenti pagano con la propria vita l’avidità e l’ambizione di chi sfrutta il potere a proprio piacimento: metterli al centro dell’attenzione è un doveroso gesto di giustizia nei loro confronti, perché di solito non hanno voce». È quanto evidenziato dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, in un messaggio indirizzato a don Nicola Riva, assistente ecclesiastico dell’Opera di Nàzaret, l’associazione laicale internazionale nata tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso per iniziativa di suo padre, Giovanni Riva, insegnante, scrittore ed educatore. L’occasione è stata l’evento Tonalestate, l’international summer university — rivolta a studenti, docenti, formatori e a tutte le persone interessate ad affrontare culturalmente la realtà nel rispetto dei diritti umani, della giustizia e della pace — che ha preso il via oggi lì dove si incontrano le Alpi bresciane e quelle trentine, tra Ponte di Legno, Passo del Tonale e Vermiglio: promosso dall’omonima associazione culturale e animato dall’Opera di Nàzaret, l’appuntamento giunto quest’anno alla 26ª edizione si concentra fino al 9 agosto sul tema della miseria, con il titolo “DeRelicti - chi ha le chiavi del regno?”. Il riferimento è agli scartati e agli abbandonati ma anche a chi causa la loro condizione, senza mai dimenticare le vie di rinascita. Ai circa 200 partecipanti, provenienti principalmente dalle Americhe, dall’Asia e dall’Europa, l’esortazione del cardinale Parolin è stata a un’attenzione che si traduca in «uno sforzo di cambiare la situazione e creare un mondo giusto ed umano dove i “deRelicti” siano sempre meno».
D’altra parte lo scopo del Tonalestate è «riunire giovani provenienti da tanti Paesi del mondo per approfondire ed affrontare insieme le tematiche più urgenti della nostra contemporaneità», spiega ai media vaticani la presidente Elena Lanzoni: l’obiettivo, per i ragazzi, è quello di conoscere, apprendere e «trovare poi una spinta a rilanciare tutto ciò ciascuno nel proprio Paese, per cominciare a cambiare la realtà lì dove si è».
Un invito alla fraternità è venuto, nel corso del convegno, dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio, che ha sollecitato un impegno «in prima persona»: di fronte alle fragilità degli altri, ha detto, «dobbiamo sentire la responsabilità di venire in loro aiuto».