Le voci dei volontari che hanno assistito le persone diversamente abili durante il Giubileo dei giovani

L’accoglienza della fragilità

 L’accoglienza della fragilità  QUO-182
07 agosto 2025

di Matteo Frascadore

«Siamo tutti qui per lo stesso motivo». A parlare è Mattia, un giovane volontario del Servizio civile di Roma Capitale che ha partecipato al progetto “Il Giubileo della Speranza”, incentrato sull’accoglienza dei pellegrini in situazione di difficoltà durante l’Anno Santo.

Mattia e il suo gruppo di volontari si sono attivati in particolare durante l’appuntamento giubilare dedicato alle nuove generazioni, iniziato il 28 luglio e conclusosi il 2 e 3 agosto a Tor Vergata, con la veglia di preghiera e la celebrazione eucaristica presiedute da Leone XIV.

«Il nostro è un gesto di speranza, perché questa città necessita di maggiori attenzioni, tanto per i giovani quanto per i diversamente abili», aggiunge Mattia, riconoscendo che l’esperienza giubilare «non deve creare distinzioni, ma unione».

Sorriso, complicità e affetto hanno caratterizzato il rapporto tra i giovani diversamente abili e i volontari, entrambi i gruppi pronti a ricreare quel connubio tra fede e speranza che ha contrassegnato la settimana scorsa. «Grazie di tutto, siete stati fantastici», ha detto un ragazzo diversamente abile a Mohamed, altro volontario che definisce quelle parole «ciò che ha dato senso a tutto». «Prendersi cura dell’altro in un momento come questo, diventa necessario», aggiunge.

I volontari hanno prestato servizio all’interno di un’area di sosta in cui sono passati centinaia di ragazzi in difficoltà: tutti insieme, hanno condiviso preghiere e riflessioni, dando vita a un clima di fraternità e serenità. Un giovane si è anche emozionato nel ricevere il pass e la pettorina da volontario: un momento speciale, immortalato da uno scatto fotografico.

«In questi frangenti comprendo l’importanza delle persone che mi sono intorno e che non mi fanno sentire solo — ha raccontato un ragazzo diversamente abile —. Così, riesco a sentirmi parte di tutto, condividendo l’esperienza con tante persone provenienti da ogni parte del mondo».

L’accoglienza offerta dai volontari è stata un segno di speranza per tutta la settimana del Giubileo dei giovani: molte parrocchie di Roma hanno messo a disposizione il proprio servizio di volontariato per accogliere i tantissimi ragazzi accorsi nella Città Eterna da ogni parte del mondo.

Le amicizie, sia quelle nate in questo contesto, sia quelle già esistenti e rafforzatesi lungo il cammino, si sono rivelate fondamentali. «Gli amici sono molto importanti per me, perché ci aiutiamo a vicenda quando abbiamo dei dubbi», dice un altro giovane diversamente abile che, per il futuro, spera in «un mondo migliore e fatto di pace».

«Mi sento fortunato e ciò mi motiva ad aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno», racconta dal canto suo Francesco, volontario del Servizio civile impegnato nell’accoglienza dei più fragili. «Qui ho visto molta gente sconosciuta darsi una mano a vicenda: è un gesto tutt’altro che scontato», osserva, sottolineando come «una comunità così numerosa rappresenti una speranza importante per il futuro».

Il Giubileo dei giovani è stato anche questo: l’incontro tra fragilità e forza, tra mani tese e cuori aperti. Un’esperienza che ha acceso nei ragazzi, tutti, il desiderio di costruire un futuro diverso, fatto di solidarietà concreta e di relazioni autentiche.