Il racconto

Manifesto di una Chiesa viva

 Manifesto di una Chiesa viva  QUO-181
06 agosto 2025

di Fabrizio Peloni

Questi giovani «sono segni di speranza per altri giovani, perché sono il manifesto di una Chiesa viva». È il pensiero espresso durante l’udienza generale in piazza San Pietro questa mattina, 6 agosto, Festa della Trasfigurazione del Signore, da due sacerdoti — don Juan Molina e padre Paul Frédéric Sawadogo — impegnati nella pastorale giovanile rispettivamente in Argentina e in Burkina Faso. E proprio in quell’istante tante ragazze e ragazzi venuti da ogni parte del mondo hanno intonato in coro: «Questa è la gioventù del Papa!».

Don Juan, membro della comunità dei Padri di Schoenstatt nel Paese latinoamericano, ha accompagnato una cinquantina di componenti del Movimento, tutti tra i 16 e i 22 anni di età. «Dalla mia ordinazione ho la grazia e la sfida di accompagnare la vita e la fede della gioventù. Proprio il legame con i ragazzi mi ha spinto a chiedere di incontrare il Papa pochi giorni dopo il Giubileo dei giovani, cui abbiamo partecipato».

A Buenos Aires, i ragazzi sono tutti impegnati in attività missionarie a favore dei più fragili, soprattutto nei quartieri periferici. «Credo profondamente nella necessità di queste esperienze che ci tirano fuori da noi stessi e ci ricordano che Dio è più grande. E sono convinto anche della fecondità degli incontri dei giovani» ha concluso don Juan.

Il sacerdote africano, da parte sua, ha sottolineato che «incontrare oggi il successore di Pietro — dopo le giornate a Tor Vergata il 2 e 3 agosto — è una benedizione e un dono della fede dal valore inestimabile e indimenticabile per il futuro di questi ragazzi — una quindicina in tutto — provenienti dal Burkina Faso, dove la Chiesa celebra quest’anno il Giubileo per i 125 anni dell’evangelizzazione».

Padre Sawadogo ha messo in evidenza come per tutti si tratti della prima volta a Roma, «un’esperienza incredibile per la memoria e la ricchezza del loro cuore: in questi giorni hanno davvero compreso di poter contribuire alla vita della Chiesa universale». Il sacerdote ha spiegato che i giovani — «con i loro abiti tradizionali, le loro preghiere, il loro djembe con cui suonare, ballare e “dimostrare” la propria fede» — hanno attraversato le Porte Sante delle varie basiliche papali «pregando per la pace in Burkina Faso e nel mondo». Lo stesso hanno fatto ad Assisi, sia sulla tomba di san Francesco che su quella del beato Carlo Acutis che verrà canonizzato il 7 settembre.

Sempre in nome della pace è giunta a Roma la delegazione di Pove del Grappa, in Veneto. Leone XIV, infatti, ha benedetto la fiaccola che, nella prima quindicina di settembre, rimarrà accesa ininterrottamente nel piccolo centro del Vicentino, unendosi alle altre che verranno accese nei luoghi simbolo della prima guerra mondiale. L’iniziativa si svolge nell’ambito delle “Feste del Cristo”, di cui si ha menzione ufficiale dal 1832 e che si ripetono ogni cinque anni. «Solo nel 1945, per via della seconda guerra mondiale, e nel 2020 a causa della pandemia, non è stato possibile organizzare la festa a Pove» ha riferito Patrizia Campagnolo, presidente del comitato organizzatore, spiegando che «nella “Fiaccolata della pace” le torce, portate da giovani sportivi che partono dai quattro punti cardinali del paese, vengono accese con la fiaccola che parte dal Vaticano proprio oggi, dopo essere stata benedetta dal Papa».

Circa 170 ciclo-pellegrini della Repubblica Ceca partiti il 27 luglio scorso da Padova hanno terminato la seconda parte del loro pellegrinaggio giubilare, giungendo nell’Urbe ieri, in tempo per partecipare all’udienza generale odierna. Si tratta di famiglie, adulti, anziani e ragazzi dell’Associazione sportiva cristiana no profit “Orel”, accompagnati da sette sacerdoti, un diacono e da Petr Gabriel, presidente dell’organismo che dedica corsi sportivi a bambini e ragazzi in Repubblica Ceca. Percorrendo la via Francigena, hanno fatto tappa a Loreto e ad Assisi, mentre la prima parte del pellegrinaggio ciclistico — dalla Repubblica Ceca ad Aquileia — era stata realizzata nel 2024.

Al termine dell’udienza, Gabriel ha salutato personalmente il Pontefice, donandogli una racchetta e chiedendogli di autografare un pallone da calcio.

Dal canto suo, la comunità parrocchiale dei Santi Martino e Marco in Petriolo, in provincia di Macerata, ha chiesto a Leone XIV di benedire la copia del simulacro della Madonna della Misericordia, il cui originale è opera di Giovanni Aquilano, e che quest’anno compie 500 anni. Insieme alla statua, è stata presentata al vescovo di Roma anche la rosa d’oro votiva donata dalla Confraternita custode del Santuario di Santa Maria di Petriolo che sarà riaperto il prossimo settembre, a dieci anni dalla chiusura dovuta al sisma che ha colpito le Marche nel 2016.