Hic sunt leones
La saggezza

di Giulio Albanese
Sin dalla notte dei tempi, i proverbi rappresentano un’inesauribile fonte di saggezza. Questo vale anche per l’Africa che, culturalmente parlando, rappresenta un crogiuolo di civiltà ancestrali e saperi millenari. Ma andiamo per ordine. Come ha pertinentemente rilevato il professor Vincenzo Lambertini, dell’Università degli Studi di Torino, uno dei massimi esperti italiani in questa materia: “Il proverbio è di per sé il frutto della sedimentazione linguistica: molti proverbi sono in realtà frasi celebri del cui autore si è persa traccia. Come si intuisce, un proverbio, prima di diventare tale, deve affermarsi nell’uso e deve essere conosciuto a un numero considerevole di persone. In altre parole, non posso svegliarmi oggi e inventare un proverbio. Quello che posso fare, semmai, è tentare di inventare una frase che, se funziona bene, può diventare celebre (condizione indispensabile per essere proverbio), ma che rimarrebbe legata alla mia identità. Il proverbio, invece, è slegato dall’identità dell’autore che lo ha coniato. Il proverbio è, dunque, un oggetto puramente diacronico: possiamo condurre analisi sincroniche sui proverbi usati oggi, pur sapendo che stiamo analizzando il patrimonio linguistico e culturale delle epoche passate che si è conservato fino ai nostri giorni”.
Per la loro natura composita e il carattere quasi sempre metaforico, i proverbi fungono da principi guida, riflettendo le esperienze e le osservazioni collettive delle comunità nel corso delle generazioni. Pertanto, sono oggetto di studio da parte di numerose discipline: dalla letteratura alla sociologia, dall’antropologia alla storia delle tradizioni popolari. Per quanto concerne il continente africano, una testimonianza notevole di tale attenzione è la ricchezza di pubblicazioni prodotte negli ultimi anni, ad esempio la monografia di Adeleke Adeeko Proverbs, Textuality, and Nativism in African Literature; Proverbs in African Orature: The Aniocha-Igbo Experience di Ambrose Adikamkwu Monye; The Proverb in the Context of Akan Rhetoric: A Theory of Proverb Praxis di Kwesi Yankah; e Yoruba Proverbs di Oyekan Owomoyela di cui parleremo più avanti. Inoltre, sono stati pubblicati numerosi articoli da parte di autorevoli studiosi, tra i quali figurano Ayo Bamgbose, Lawrence. A. Boadi, Romanus N. Egudu, Kwame Gyekye, Yisa Yusuf e molti altri. Indipendentemente dall’etnia di appartenenza, gli africani fanno uso frequente dei proverbi in ogni occasione, nelle loro conversazioni.
Ogni proverbio offre spunti di riflessione sul comportamento umano, sulle relazioni sociali e sugli insegnamenti morali, fungendo da strumento educativo, consolidando al contempo l’identità culturale. Poiché l’Africa è un continente ricco di diversità, i proverbi variano notevolmente a seconda delle regioni e delle lingue, eppure spesso trasmettono verità universali che risuonano anche al di fuori del contesto africano, offrendo una prospettiva unica attraverso cui comprendere l’esperienza e l’interazione umana. In questo modo, garantiscono la trasmissione dei saperi tradizionali anche in un’epoca segnata dalla modernizzazione e dalla globalizzazione. Padre Bruno Carollo, comboniano, a lungo missionario nel Nord Uganda e profondo conoscitore delle culture dei popoli Lango e Acholi, riteneva che, alla luce della sua esperienza, la “conoscenza dei proverbi viene raccomandata dagli anziani alle giovani generazioni nei momenti di introspezione. Ad esempio, quando si è chiamati a prendere decisioni di qualsiasi genere”. Con l’evoluzione delle società, i valori fondamentali e le intuizioni trasmesse attraverso i proverbi continuano a risuonare, fornendo una guida per affrontare complessi dilemmi morali, relazioni interpersonali e sfide sociali. Padre Oliviero Ferro, saveriano, per oltre 13 anni missionario nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e in Camerun, afferma che “Quella degli africani è una saggezza concreta, basata sulla osservazione della vita di ogni giorno e sulle testimonianze che vengono dal loro passato, trasmesse oralmente nei racconti in cerchio attorno al fuoco o ai piedi degli anziani”. Tra i Basonge della RDC, ad esempio, è diffuso il proverbio: “Colui che non si vede al funerale, non manca disgrazia” un invito a non giudicare con superficialità, senza prima aver compreso a fondo la situazione della persona. Nella stessa etnia è anche comune un altro proverbio: “Hai coperto le spalle senza pensare anche alle anche” che si riferisce a chi non riesce a stabilire una scala di priorità nella vita, né a organizzare con coerenza le proprie azioni.
Ma è possibile oggi, nell’epoca della postmodernità consentire alle giovani generazioni africane che vivono nei grandi centri urbani di conoscere e preservare questo patrimonio di saperi dei propri antenati? A questa domanda ha cercato di rispondere uno studio fenomenologico condotto da tre giovani ricercatori ghanesi (Dickson Adom, Giosuè Chukwuere e Irene Appeaning Addo) che nel 2022 hanno pubblicato African proverbs for cultural education: A step towards digital archiving. L’intento dello studio era duplice: offrire una mappatura per la categorizzazione e l'interpretazione dei proverbi africani e al contempo valutare la possibilità di sviluppare un’applicazione mobile (app) di facile utilizzo. Come strumenti di raccolta dati per lo studio sono stati utilizzate 88 interviste faccia a faccia, focus group, interviste telefoniche e via Skype. I risultati hanno evidenziato che la creazione di un’app mobile dedicata ai proverbi africani possiede un notevole potenziale per promuoverne la documentazione digitale e garantirne la trasmissione alle generazioni future. Inoltre, la categorizzazione e l’interpretazione accademica dei proverbi africani sono state considerate cruciali per la loro conservazione. Lo studio raccomanda che i governi africani, i ministeri dell’istruzione, le istituzioni culturali e le case editrici supportino gli sforzi di ricerca volti alla preservazione culturale e alla divulgazione delle intuizioni filosofiche contenute nei proverbi africani. Questa loro istanza è stata per certi versi già recepita in quanto oggi sono già disponibili diverse app su piattaforme (Android e iOS) che offrono raccolte di proverbi africani, fornendo ispirazione, saggezza e approfondimenti sulle varie culture africane Queste applicazioni spesso presentano proverbi organizzati per categoria, paese o cultura e alcune offrono anche l'accesso offline e notifiche giornaliere.
La posta in gioco è alta, soprattutto per coloro che si sono dedicati a tempo pieno allo studio sistematico dei proverbi, la cui disciplina è denominata paremiologia africana. Tra le figure di rilievo in questo campo, spicca il professor Oyekan Owomoyela, nigeriano dell’Università del Nebraska negli Stati Uniti. In una delle sue ultime conferenze, poco prima della sua scomparsa nel 2007, scrisse: “I nostri sforzi dovrebbero essere liberi da ogni suggestione di tradizionalismo o antiquariato, da una curiosità commerciale per pratiche esotiche e da qualsiasi associazione poco lusinghiera che il ‘nativismo’ possa comportare. La nostra ricerca deve essere parte integrante dello sforzo di recuperare gli aspetti migliori della personalità africana, che a sua volta ci manterrà sempre consapevoli della differenza tra giusto e sbagliato e che, inoltre, avrà un impatto positivo sul nostro presente e sulla nostra presenza nel mondo”. In definitiva, i proverbi africani non sono solo frammenti di saggezza popolare, ma autentici strumenti di trasmissione culturale, capaci di attraversare i secoli e le trasformazioni sociali senza perdere la loro forza evocativa. Recuperarli, studiarli, divulgarli — anche attraverso le tecnologie digitali — significa dare continuità a un dialogo millenario tra passato e presente, tra anziani e giovani, tra memoria e futuro.