Giubileo dei giovani
Il mondo in un padiglione

di Daniele Piccini
L’appellativo “Sentinelle del mattino”, assegnato loro da Giovanni Paolo II durante l’Anno Santo del 2000, è ancora oggi attuale. Circa venticinquemila ragazzi e ragazze venuti a Roma per il Giubileo dei giovani stanno pernottando, con materassini da campeggio e sacchi a pelo, nei padiglioni della «Fiera Roma», alla periferia ovest della città.
Mancano pochi minuti alle sette del mattino, ma qualcuno, stropicciandosi ancora gli occhi dal sonno, esce già per riunirsi in preghiera. Alcuni recitano le Lodi. Anche un nutrito gruppo di ragazzi francesi si riunisce, formando un grande cerchio: pregano e pianificano il programma delle giornate.
Altri fanno colazione sui tavoli di legno disposti lungo il corridoio che separa i nove padiglioni dove si dorme. Ogni padiglione ha una sua efficiente distribuzione di prodotti per la colazione: croissant, marmellata, fette biscottate, succhi di frutta. I ragazzi osservano i volontari impacchettare per loro il primo pasto del giorno. Chissà se saranno soddisfatti della colazione “all’italiana”? Basta dare un’occhiata alle targhe delle decine di pullman parcheggiati tra i padiglioni per scoprire le loro nazionalità: vengono da Polonia, Portogallo, Francia, Spagna e da centinaia di altri Paesi.
Sempre tra i padiglioni sono state disposte le oltre 250 docce e una fila interminabile di bagni chimici. Non manca naturalmente un gonfiabile, disposto tra due cataste enormi di bottigliette d’acqua, che ospita un presidio sanitario mobile. Alle prime ore del mattino, i medici sono già impegnati. In fila c’è anche Eulalie Lescure, ventiseienne di Parigi, che ha appena accompagnato un amico a farsi visitare. Raccontando la sua partenza sorride e si definisce una «last minute pilgrim»: «Ho comprato il biglietto per Roma una settimana fa e non ero molto preparata. Sono venuta da sola, ma mi sono ritrovata in un gruppo di circa tremila pellegrini e poi ovviamente, ogni giorno, sto facendo la conoscenza di nuove persone».
Eulalie ha già partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona nel 2023 e può confrontare le due esperienze. «Qui si sta bene. L’unico problema sono le luci: le hanno spente solo all’una del mattino e riaccese già alle 5. Insomma, abbiamo avuto solo quattro ore di buio. La sistemazione è spartana, ma va benissimo. A Lisbona ero una volontaria, qui vivo il Giubileo da pellegrina. Martedì sera sono stata alla messa di apertura del Giubileo in piazza San Pietro. È stato molto bello, soprattutto vedere il Papa. Abbiamo visitato il centro di Roma e San Giovanni in Laterano».
Dal Portogallo arriva invece Nuno Riberio, 31 anni. È nell’Urbe con un gruppo di 29 persone. «Per tre anni abbiamo organizzato iniziative a Porto con lo scopo di racimolare i soldi per questo viaggio. Non vediamo l’ora — confessa con un po’ di emozione — di incontrare di nuovo Leone XIV nel fine settimana a Tor Vergata».
Dormire in un padiglione fieristico con migliaia di altri coetanei non è un’esperienza che si fa ogni giorno. «Siamo venuti con un buon equipaggiamento da campeggio — spiega Nuno —, quindi non abbiamo problemi». L’unica piccola criticità — autentico segno dei tempi — è ricaricare le batterie dello smartphone. «I vouchers per ottenere i pasti si prenotano attraverso una app. Quindi il cellulare deve essere sempre carico», conclude il giovane portoghese. Poi il pensiero va ai tanti ragazzi che potrebbero arrivare da Paesi coinvolti in conflitti bellici. «È bello incontrare persone che vengono da altre parti del mondo e condividere la loro esperienza. Quello che possiamo fare è raccogliere informazioni su ciò che succede nelle terre delle persone che incontriamo, anche rispetto a luoghi e situazioni che non conosciamo. Ci sono tanti popoli in guerra, di cui noi non sappiamo molto».
Tante lingue, tante culture, tante abitudini diverse. In questi giorni i padiglioni della «Fiera Roma» forniscono uno spaccato rappresentativo di un mondo in miniatura, con i suoi problemi di condivisione di spazi e risorse comuni che devono bastare per tutti. Anche qui, per andare d’accordo e vivere in pace, serve la collaborazione da parte di tutti.
«Soggiorno alla Domus spei, un alloggio riservato ai volontari che come me prestano servizio di sicurezza a San Pietro. Ma, venuta a sapere di questa iniziativa alla “Fiera Roma”, mi sono spostata per prestare servizio di sicurezza qui», racconta Sofia Colonna, ventiduenne di Messina. «Sono responsabile della sicurezza di un padiglione — prosegue —. Il nostro compito è fare sì che i pellegrini trovino un clima di serenità». Chi si occupa di sicurezza conosce bene gli “ingredienti” di una convivenza pacifica. «I giovani sono molto vivaci, ma tutto qui si svolge entro i “confini” di una formazione cattolica. Dunque, di base c’è un forte senso di educazione e voglia di lavorare insieme. La collaborazione dei partecipanti — conclude Sofia che sarà di servizio alla «Fiera Roma» fino al 4 agosto e in piazza San Pietro fino a settembre — è fondamentale per contribuire a creare un clima positivo».