Messa celebrata dal cardinale Tagle prima dell’arrivo del Pontefice

Lasciarsi influenzare
dall’amore del Signore

 Lasciarsi influenzare  dall’amore del Signore  QUO-174
29 luglio 2025

di Lorena Leonardi

Mentre la vita quotidiana è «un arazzo di influenze che s’incrociano», l’Anno Santo è un invito al discernimento, a «scrutare l’intenzione» alla base dell’influenza «che il nostro mondo contemporaneo vuole esercitare». Lo ha sottolineato il cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione (Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove chiese particolari), presiedendo all’altare della Cattedra nella basilica Vaticana stamani, 29 luglio, la messa in occasione del Giubileo dei missionari digitali e degli influencer cattolici. Hanno concelebrato il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, e il vescovo agostiniano Luis Marín de San Martín, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo.

Rivolgendosi ai circa 1400 content creator provenienti da tutto il mondo, Tagle ha ricordato con alcuni esempi come «il cambiamento che desideriamo è spesso collegato ai mezzi che usiamo per influenzare persone e situazioni»: per influenzare i consumatori e aumentare il profitto alcuni produttori ricorrono «a pubblicità ingannevoli, anche utilizzando personaggi famosi»; per influenzare le elezioni politiche i candidati «corrompono gli elettori distruggendo al contempo la reputazione dei loro avversari»; per influenzare persone e organizzazioni ad accettare un accordo finanziario, alcuni «le minacciano con il ricatto». Ancora, ha rimarcato il cardinale, «per influenzare le persone ad abbracciare credenze o ideologie» si ricorre «alla coercizione e al lavaggio del cervello» e per influenzare i nemici alla sottomissione, persone e nazioni potenti «ricorrono alla guerra, ai bombardamenti e alla fame forzata».

Nella sua omelia il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha notato come gli influencer, almeno etimologicamente, vengono «dalle stelle», derivando l’inglese «influence» dal latino influere (scorrere dentro) usato per riferirsi a un fluido che si credeva fluisse dalle stelle per indurre le persone a comportarsi in un particolare modo. Però, ha ammonito riferendosi agli esempi citati, «vediamo, odoriamo e tocchiamo fluidi velenosi o influenze provenienti da stelle pericolose», esortando a non usare «fluidi o influenze dannose: non siete solo influencer, ma anche missionari».

Una consapevolezza essenziale, dal momento che «quando influenziamo, anche noi siamo influenzati»: da varie realtà — famiglia, vicini, scuola, governo, contadini, ospedali, polizia, arti, cultura e lavoro — in un ciclo di reciprocità costante e condizionamento che riguarda anche l’ambiente e il pianeta.

Ricordando la memoria liturgica odierna dei santi Marta, Maria e Lazzaro, «famiglia di amici di Gesù», il pro-prefetto Tagle si è interrogato su come siano stati «influenzati per diventare gli amici e i santi che sono», dunque ha cercato la risposta nelle letture proclamate poco prima in spagnolo e in inglese (1 Gv 4, 7-16; Gv 11, 19-27).

San Giovanni — ha spiegato — dichiara nella prima lettura che «il Grande Influencer è Dio, che è Amore» e per compiere «la salvezza dell’umanità attraverso l’amore» non ci ha inviato «un messaggio di testo o una e-mail o un documento di file», ma suo figlio.

Questi, a sua volta, «non è un volto o una voce generati da un programma digitale», bensì «l’immagine del Dio invisibile». L’amore, ha sottolineato, «non può essere generato da un algoritmo, solo la persona divina con un cuore umano può amare divinamente e umanamente, producendo un cambiamento profondo e duraturo». Di qui l’incoraggiamento dell’evangelista «a lasciarci influenzare dall’amore di Dio in Gesù così da diventare persone amorevoli. Come siamo stati amati, perché siamo stati influenzati dall’amore, così dovremmo amarci gli uni gli altri. Influenzare gli altri amando. Come siamo stati influenzati dall’amore di Dio, così dovremmo influenzare gli altri attraverso l’amore di Dio» secondo «un’influenza senza fine, spinta da un amore divino e umano».

Nella basilica Vaticana riecheggiava l’interrogativo posto da Tagle: «Permetteremo che l’acqua e il sangue di Gesù, versati per amore per noi, siano il vero “fluido” di influenza che laverà via ogni iniquità, falsità, ingiustizia, pregiudizio, manipolazione e violenza?».

E l’esortazione ai «cari influencer missionari» a lasciare che l’amore di Dio in Gesù e lo Spirito Santo «impediscano a varie influenze velenose di fluire nei cuori umani e nelle società». Come, d’altra parte, hanno fatto Marta, Maria e Lazzaro, accogliendo Gesù come «ospite e amico nella loro casa, anzi nella loro vita».

Quando accoglierai Gesù nella tua vita, ha detto Tagle rivolgendosi idealmente a ciascuno dei content creator presenti, sarai un influencer «pieno di zelo» — come Marta intenta a prepara il cibo e il riposo migliori — e «che ascolta la parola e la mette in pratica», come Maria seduta ai suoi piedi. Accolto Gesù, «sarai un influencer che porta la voce di Gesù affinché le persone possano uscire dalle loro tombe», come Lazzaro.

I tre fratelli di Betania, ha concluso il porporato, «possono essere modelli di un missionario influencer per noi: influenzati, trasformati e salvati dall’amore di Gesù, proclamano Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio che viene, che “fluisce” nel mondo».

Infine, l’invito a non dubitare mai dell’amore di Gesù, accettandolo «come il più grande influencer della vostra vita» e l’auspicio di «influenzare molte persone, spazi umani e digitali affinché la verità di Dio, la giustizia, l’amore e la pace possano fluire fino ai confini della terra».

Al termine, nelle intenzioni dei fedeli si sono levate invocazioni in varie lingue «per Papa Leone, per i vescovi e tutti i pastori della Chiesa» perché «siano segni di speranza per il popolo di Dio, buoni pastori che accompagnano, ascoltano e guidano con amore il gregge nella nostra cultura» e per «i popoli che vivono il dramma della guerra e della violenza», affinché il Signore «apra via di dialogo, giustizia e riconciliazione e rinnovi in tutti il desiderio profondo di una pace duratura». Inoltre, si è pregato «per i cristiani perseguitati a causa della loro fede», perché «possano sperimentare la consolazione di una comunità che non li dimentica, prega con speranza per loro e li aiuta con carità»; per «coloro che soffrono maggiormente l’abbandono, la solitudine, la disperazione e la discriminazione», affinché «trovino in noi dei buoni samaritani che si fermano di fronte al dolore con tenerezza e compassione» e si sentano «accompagnati nella loro vita dalla nostra missione e testimonianza». Ancora, si è pregato «per tutti coloro che annunciano il Vangelo negli ambienti digitali», affinché la loro presenza sia «luminosa, vicina e profetica, seminando parole di vita nei cuori in cerca di senso e di speranza». Infine un’orazione per i missionari digitali perché «riuniti in questo Giubileo della speranza» e rinnovati dalla fede possano «andare con gioia incontro a tutti, come testimoni di un Dio che non si stanca di aspettare e amare» capaci di «portare speranza e verità a chi ne ha bisogno».