Negoziare un futuro di pace

Gli appelli per il cessate-il-fuoco a Gaza e per la riconciliazione
tra Thailandia e Cambogia
Un rinnovato, forte appello a «negoziare un futuro di pace per tutti i popoli e a rigettare quanto possa pregiudicarlo» è stato lanciato da Leone XIV al termine dell’Angelus di ieri, 27 luglio. Tornato ad affacciarsi dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano — dopo le due preghiere domenicali recitate a Castel Gandolfo —, il Papa ha commentato il Vangelo del giorno offrendo ai fedeli presenti in piazza San Pietro e a quanti lo seguivano attraverso i media una meditazione sul “Padre nostro”. Ecco le sue parole.
Cari fratelli e sorelle,
buona domenica!
Oggi il Vangelo ci presenta Gesù che insegna ai suoi discepoli il Padre nostro (cfr. Lc 11, 1-13): la preghiera che unisce tutti i cristiani. In essa il Signore ci invita a rivolgerci a Dio chiamandolo “abbà“, “papà”, come bambini, con «semplicità [...], fiducia filiale, [...] audacia, certezza di essere amati» (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2778).
Con un’espressione molto bella, il Catechismo della Chiesa Cattolica dice in proposito che «attraverso la Preghiera del Signore, noi siamo rivelati a noi stessi, mentre ci viene rivelato il Padre» (ibid., 2783). Ed è vero: più preghiamo con fiducia il Padre dei Cieli, più ci scopriamo figli amati e più conosciamo la grandezza del suo amore (cfr. Rm 8, 14-17).
Il Vangelo odierno, poi, descrive i tratti della paternità di Dio attraverso alcune immagini suggestive: quella di un uomo che si alza, nel cuore della notte, per aiutare un amico ad accogliere un visitatore inaspettato; oppure quella di un genitore che si preoccupa di dare cose buone ai suoi figli.
Esse ci ricordano che Dio non ci volta mai le spalle quando ci rivolgiamo a Lui, nemmeno se arriviamo tardi a bussare alla sua porta, magari dopo errori, occasioni mancate, fallimenti, nemmeno se, per accoglierci, deve “svegliare” i suoi figli che dormono in casa (cfr. Lc 11, 7). Anzi, nella grande famiglia della Chiesa, il Padre non esita a renderci tutti partecipi di ogni suo gesto d’amore. Il Signore ci ascolta sempre quando lo preghiamo, e se a volte ci risponde con tempi e in modi difficili da capire, è perché agisce con una sapienza e con una provvidenza più grandi, che vanno al di là della nostra comprensione. Perciò anche in questi momenti, non smettiamo di pregare e pregare con fiducia: in Lui troveremo sempre luce e forza.
Recitando il Padre nostro, però, oltre a celebrare la grazia della figliolanza divina, noi esprimiamo anche l’impegno a corrispondere a tale dono, amandoci come fratelli in Cristo. Uno dei Padri della Chiesa, riflettendo su questo, scrive: «Bisogna che, quando chiamiamo Dio “Padre nostro”, ci ricordiamo del dovere di comportarci come figli» (S. Cipriano di Cartagine, De dominica Oratione, 11), e un altro aggiunge: «Non potete chiamare vostro Padre il Dio di ogni bontà, se conservate un cuore crudele e disumano; in tal caso, infatti, non avete più in voi l’impronta della bontà del Padre celeste» (S. Giovanni Crisostomo, De angusta porta et in Orationem dominicam, 3). Non si può pregare Dio come “Padre” e poi essere duri e insensibili nei confronti degli altri. Piuttosto è importante lasciarsi trasformare dalla sua bontà, dalla sua pazienza, dalla sua misericordia, per riflettere come in uno specchio il suo volto nel nostro.
Cari fratelli e sorelle, la liturgia oggi ci invita, nella preghiera e nella carità, a sentirci amati e ad amare come Dio ci ama: con disponibilità, discrezione, premura vicendevole, senza calcoli. Chiediamo a Maria di saper rispondere all’appello, per manifestare la dolcezza del volto del Padre.
Dopo l’Angelus il Papa ha ricordato la ricorrenza della V Giornata mondiale dei nonni e degli anziani e alla vigilia dell’apertura del Giubileo dei giovani ha esortato a «un’alleanza di amore e di preghiera» tra le generazioni, salutando anche in lingua inglese e spagnola i giovani pellegrini convenuti a Roma per il loro Anno Santo; quindi ha assicurato vicinanza a chi soffre «a causa dei conflitti e della violenza», sia al confine tra Thailandia e Cambogia, sia nel sud della Siria, sia a Gaza, rilanciando il suo accorato appello di pace. Dopodiché Leone XIV ha ringraziato «i giornalisti che contribuiscono ad una comunicazione di pace e di verità», salutando Radio Vaticana/Vatican News che ha inaugurato una piccola postazione sotto il colonnato del Bernini insieme all’Osservatore Romano. Infine ha salutato in italiano i partecipanti alla «bella tradizione mariana» della «processione della Madonna “fiumarola” sul Tevere».
Cari fratelli e sorelle!
Oggi si celebra la V Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani che ha come tema: «Beato chi non ha perduto la speranza». Guardiamo ai nonni e agli anziani come testimoni di speranza, capaci di illuminare il cammino delle nuove generazioni. Non lasciamoli soli, ma stringiamo con loro un’alleanza di amore e di preghiera.
Il mio cuore è vicino a tutti coloro che soffrono a causa dei conflitti e della violenza nel mondo. In particolare, prego per le persone coinvolte negli scontri al confine tra Thailandia e Cambogia, specialmente per i bambini e le famiglie sfollate. Possa il Principe della pace ispirare tutti a cercare il dialogo e la riconciliazione.
Prego per le vittime delle violenze nel sud della Siria.
Seguo con molta preoccupazione la gravissima situazione umanitaria a Gaza, dove la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua ad essere esposta a violenze e morte. Rinnovo il mio accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e al rispetto integrale del diritto umanitario.
Ogni persona umana ha un’intrinseca dignità conferitale da Dio stesso: esorto le parti in tutti i conflitti a riconoscerla e a fermare ogni azione contraria ad essa. Esorto a negoziare un futuro di pace per tutti i popoli e a rigettare quanto possa pregiudicarlo.
Affido a Maria, Regina della pace, le vittime innocenti dei conflitti e i governanti che hanno il potere di porvi fine.
Saluto Radio Vaticana/Vatican News che, per essere più vicina ai fedeli e pellegrini durante il Giubileo, ha inaugurato una piccola postazione sotto il colonnato del Bernini insieme all’Osservatore Romano. Grazie per il servizio in tante lingue, che porta la voce del Papa nel mondo. E grazie a tutti i giornalisti che contribuiscono ad una comunicazione di pace e di verità.
Saluto tutti voi, provenienti dall’Italia e da tante parti del mondo, in particolare i nonni e le nonne di San Cataldo, i giovani frati cappuccini d’Europa, i ragazzi della Cresima dell’Unità pastorale Grantorto-Carturo, i giovani di Montecarlo di Lucca e gli Scout di Licata.
Saluto con particolare affetto i giovani di diversi Paesi, convenuti a Roma per il «Giubileo dei Giovani». Auspico che esso sia per ciascuno un’occasione per incontrare Cristo ed essere da Lui rinsaldati nella fede e nell’impegno di seguirlo con coerenza.
I greet the faithful from Kearny (New Jersey), the Catholic Music Award group and the EWTN Summer Academy. I also greet with particular affection the young people from various countries who have gathered in Rome for the Jubilee of Youth, which begins tomorrow. I hope that this will be an opportunity for each of you to encounter Christ, and to be strengthened by him in your faith and in your commitment to following Christ with integrity of life. [Saluto i fedeli di Kearny (New Jersey), il gruppo del Catholic Music Award e l’EWTN Summer Academy. Saluto anche con particolare affetto i giovani provenienti da diversi Paesi riuniti Roma per il Giubileo dei Giovani, che inizia domani. Auspico che sia per ognuno di voi un’opportunità per incontrare Cristo ed essere rafforzati da Lui nella vostra fede e nel vostro impegno a seguirlo con integrità di vita].
Saludo con especial afecto a los jóvenes provenientes de diferentes países, reunidos en Roma para el “Jubileo de los Jóvenes”. Espero que sea para cada uno ocasión para encontrar a Cristo y ser fortalecidos por Él en la fe y en el compromiso de seguirlo con coherencia. [Saluto con particolare affetto i giovani provenienti da diversi Paesi, radunati a Roma per il “Giubileo dei Giovani”. Auspico che sia per ciascuno di voi un’occasione per incontrare Cristo ed esser rafforzati da Lui nella fede e nell’impegno a seguirlo con coerenza].
Stasera si svolgerà la processione della Madonna “fiumarola” sul Tevere: possano i partecipanti a questa bella tradizione mariana imparare dalla Madre di Gesù a praticare il Vangelo nella vita quotidiana! A tutti auguro una buona domenica!