Maggiore il contributo al fabbisogno della Santa Sede

Apsa, nel 2024 utili
per oltre 62 milioni

 Apsa, nel 2024 utili per oltre 62 milioni   QUO-173
28 luglio 2025

di Salvatore Cernuzio

Un utile straordinario — 62,2 milioni di euro (oltre 16 in più rispetto al 2023) — ma anche un contributo straordinario — 46,1 milioni di euro (più di otto dei 37,93 milioni del 2023) — per la copertura del fabbisogno della Santa Sede e del deficit della Curia romana. Sono i dati che spiccano nel Bilancio 2024 dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica, pubblicato oggi. «Uno dei migliori bilanci degli ultimi anni», commenta ai media vaticani il presidente, l’arcivescovo Giordano Piccinotti.

Quello diffuso oggi è il quinto bilancio (dopo la pubblicazione del primo per il 2020) reso pubblico dall’organismo istituito nel 1967 da Paolo VI per gestire i beni mobiliari e immobiliari della Santa Sede. Grazie alla sua autonomia giuridica, l’Amministrazione provvede al sostentamento della Santa Sede. Un servizio che ha attraversato, non senza fatica, la fase del Covid-19, durante la quale l’Apsa si è trasformata di fatto in realtà «proattiva» e «propositiva» anche nel modo di amministrare il patrimonio affidatole.

Il «cambiamento» si percepisce ancora di più nel documento odierno, dove si evidenzia la crescita della redditività, non fine a sé stessa ma per garantire una maggiore capacità di contribuire al fabbisogno della Santa Sede. E, quindi, alla missione della Chiesa e del Papa. «L’Apsa sta facendo il suo dovere», sottolinea Piccinotti, «andiamo a dare una copertura importante del fabbisogno finanziario della Curia».

Per «fabbisogno» finanziario della Curia, pari a 170,4 milioni, si intende le uscite finanziarie che sostiene l’Apsa per la Santa Sede, quindi la somma di paghe e acquisto beni e servizi. Con un contributo fisso di 30 milioni e un contributo variabile (il 50% su utile residuo) di 16.087 milioni, è dunque pari a 46,087 milioni il totale dei contributi Apsa alla Curia. «Un utile straordinario ma anche un contributo straordinario», afferma Piccinotti.

Quanto agli utili, il presidente ricorda che nel piano triennale elaborato quattro anni fa l’obiettivo era 50 milioni. Il plus registrato nel bilancio di oggi è pertanto una soddisfazione, risultato soprattutto di una migliore amministrazione dei beni mobiliari e immobiliari, puntando alla valorizzazione piuttosto che alla riduzione delle spese o alla vendita. Il tutto secondo processi di «razionalizzazione, trasparenza, professionalità».

«Non è un punto di arrivo. Mio nonno diceva sempre che da una pianta di ciliegie non puoi ricavare più di 15 kg di ciliegie. Ecco, siamo quasi arrivati ma certamente ci sono margini di miglioramento e la gestione è già molto buona. È la dimostrazione del non stare fermi», spiega ancora l’arcivescovo Piccinotti. «Non si tratta solo dell’affitto di immobili sfitti; in questi anni c’è stata una operazione di ristrutturazione della gestione immobiliare non indifferente che ci ha permesso di affittare a prezzi di mercato. Questo porta risorse in più... Oltre a ciò, l’Apsa sta operando con etica perché tutti i processi siano formalizzati e tracciabili».

Gestione mobiliare


I dettagli si ritrovano tutti nelle 34 pagine del bilancio che offre una panoramica delle due grandi gestioni affidate ad Apsa (mobiliare e immobiliare). Quanto alla prima, si evidenzia che, durante i mesi di marzo e aprile 2024, sono state attuate le direttive del Comitato degli Investimenti della Santa Sede, il quale, tra le varie indicazioni, ha disposto che gli investimenti venissero fatti in Sma (Separated Managed Accounts). Qualcosa di simile a comuni fondi di investimento ma di proprietà della Santa Sede. Tale politica si è concretizzata in un significativo riassetto del portafoglio di investimenti che, da un lato, ha permesso di preservare il valore del patrimonio in un momento di contrazione dei mercati; dall’altro, ha portato a un impatto positivo nella successiva fase di rinvestimento. Grazie a un buon tempismo, a visione e strategia, l’Apsa ha ottenuto un rendimento gestionale di 8,51 punti percentuali. «In altre parole, abbiamo venduto quando il mercato era alto e acquistato quando era basso. Questo ha portato a un risultato altissimo». Cioè 10 milioni in più rispetto all’anno precedente.

Gestione immobiliare


Rimasto, invece, praticamente invariato rispetto al 2023 il risultato della gestione immobiliare: 35,1 milioni. Esso è frutto di un «effetto combinato» tra il positivo dei maggiori ricavi dagli immobili Apsa in Italia (+ 3,2 milioni) e di quelli dalle società partecipate in Italia e all’estero (+ 0,8 milioni), e il negativo (- 3,9 milioni) dei maggiori costi generati dagli immobili Apsa (di cui 3,8 milioni solo per manutenzioni).

Nel documento si evidenziano tuttavia alcune novità come la presa in carico del patrimonio del Dicastero per le Chiese orientali, l’accordo col Vicariato per la donazione degli edifici di culto, la creazione di «pacchetti di unità» per ridurre gli sfitti. In corso, poi, iniziative di riqualificazione per aumentare l’appeal commerciale dei beni, gare per la gestione delle manutenzioni, revisione dei format contrattuali.

Ad oggi sono 4.234 le unità immobiliari gestite da Apsa in Italia: 2.866 di proprietà della stessa Amministrazione (1.367 ad uso residenziale, 395 ad uso commerciale); 1.368 di altri enti. Da rilevare in tal senso, alla luce anche di false narrative, che l’Apsa versa in forma diretta e indiretta imposte relativa agli immobili sul territorio italiano. Nel 2024 sono stati versati 6 milioni per l’Imu e 3,19 milioni per l’Ires.

La gestione immobiliare avviene pure attraverso società partecipate in Inghilterra (British Grolux Investments), Francia (Sopridex), Svizzera (Profima) e in Italia (Società Agricola San Giuseppe, Società Edile Leonina, Sirea, Immobiliare Css).

Da chiarire, sempre nell’ambito della gestione immobiliare, la collaborazione con Tecnocasa. Lo scorso anno organi di stampa riferivano che l’Apsa avrebbe ceduto la gestione amministrativa del suo patrimonio alla nota società. «La gestione degli immobili è fatta da Apsa, punto», afferma Piccinotti. «Quello che fa Tecnocasa è da vetrina, organizza le visite, facilita l’affitto di piccoli appartamenti. Ottiene una manifestazione di interesse da parte del cliente, scelto da Apsa, poi manda tutto a noi ed è l’Apsa a fare il contratto».

Un «lavoro per altri»


Tra i punti importanti del Bilancio c’è ancora quello relativo ai Servizi erogati che impegnano circa il 40% delle risorse umane. «Un lavoro per altri», rimarca ancora il presidente. «L’Amministrazione non solo contribuisce alla Santa Sede con il suo utile ma contribuisce alla missione della Chiesa dando servizi che sostiene l’Apsa ma di cui usufruiscono altri enti». Un esempio è la contabilità e la manutenzione delle Nunziature.

L’ultima parte del bilancio traccia infine i progetti avviati e proseguiti nel 2024 e guarda al futuro con idee e proposte per le quali si stanno impegnando «tempo ed energie». Spicca tra queste il progetto Fratello Sole, la costruzione di un impianto agri-voltaico a Santa Maria di Galeria (sito visitato il 19 giugno da Papa Leone XIV) per giungere ad esempi di transizione energetica attraverso il sostegno di energie rinnovabili.

«Anche i progetti da realizzare nel 2025 — spiega Piccinotti — dovranno portare al miglioramento della copertura del deficit».