Gli aiuti del Pontefice per la popolazione di Kharkiv in Ucraina

La carità
non va mai in vacanza

 La carità  non va mai in vacanza  QUO-163
16 luglio 2025

di Salvatore Cernuzio

Rallenta l’attività, ma non la carità. Il riposo estivo di Leone XIV a Castel Gandolfo non riguarda le iniziative solidali messe in atto per le popolazioni a cui la guerra — come diceva lui stesso domenica scorsa nella messa presieduta nella parrocchia di San Tommaso da Villanova della cittadina laziale — «uccide i loro sogni e le loro vite». Tramite l’Elemosineria Apostolica – Dicastero per il Servizio della carità, il Pontefice ha inviato pacchi di cibo per alcune zone di Kharkiv, in Ucraina, flagellate dai recenti massicci attacchi russi con missili e droni. «Il Santo Padre ha chiesto di fare più presto possibile», spiega il cardinale elemosiniere Konrad Krajewski, riferendo ai media vaticani del colloquio con il Papa sull’invio degli aiuti. «La carità non va mai in vacanza», sottolinea il porporato polacco.

E ricorda che, nei giorni scorsi, dalla Basilica di Santa Sofia a Roma — dal 2022 divenuta epicentro della solidarietà di una intera città verso il martoriato Paese est-europeo — sono partiti camion con pacchi ricolmi di cibo in scatola, insieme a olio, pasta, carne, pesce. Uniti a questi, anche altri beni di prima necessità. Destinazione: il villaggio di Staryi Saltiv e la città Shevchenkove, entrambe nell’oblast di Kharkiv.

Il cibo è stato fornito dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, organismo che promuove azioni spirituali, culturali e caritative secondo i principi cristiani in Italia e nel mondo, il quale ha messo a disposizione anche alcune pedane utili a realizzare questa nuova missione. Missione che segue quella di giugno quando, sempre da Santa Sofia, sono stati spediti in Ucraina alcuni cargo carichi di materassi, alimenti e giocattoli per bambini.

Tutto è stato distribuito direttamente alle famiglie sopravvissute ai raid, senza alcuna intermediazione o intervento da parte di altri organismi solidali. Dalla basilica di Santa Sofia alle case di Kharkiv, viaggio diretto. E sopra ogni scatolone bianco contenente gli aiuti, si leggeva la scritta in ucraino e in italiano: “Dono di Papa Leone XIV per popolazione di Kharkiv”. Le fotografie condivise dal cardinale Krajewski testimoniano la gioia e, al contempo, la commozione di questa gente nel vedere che Leone XIV, come già prima di lui Papa Francesco, non dimentica la loro sofferenza.