Deforestazione, contaminazione da metalli pesanti e problemi di salute sono i principali effetti dell’estrazione del nichel nell’isola di Palawan

Filippine
Ecosistema sotto minaccia

In this aerial photo taken on May 24, 2025, growing stockpiles of nickel tower over the rice paddy ...
08 luglio 2025

Le Filippine sono il secondo produttore di nichel a livello mondiale dopo l’Indonesia. Tuttavia, l’estrazione del metallo — essenziale, tra le altro cose, per produrre batterie per veicoli elettrici e molti tipi di acciaio inossidabile — ha impatti ambientali e sociali significativi, sollevando preoccupazioni, soprattutto, per le comunità locali, ma anche per la biodiversità.

Deforestazione, contaminazione da metalli pesanti e problemi di salute, sono i principali effetti dell’estrazione del nichel nell’isola occidentale di Palawan. Il costo in termini di inquinamento e problemi sanitari è enorme per i popoli indigeni che, documentano le organizzazioni umanitarie, non sono stati adeguatamente informati sul potenziale impatto negativo dell’espansione dei progetti minerari nei territori da loro abitati. Sull’isola di Palawan, che si estende tra Mindoro e il Borneo ed è considerata tra le più belle al mondo, Patrimonio dell’umanità dell’Unesco per il valore naturalistico, le autorità hanno recentemente approvato all’unanimità una moratoria di 50 anni sulle nuove applicazioni minerarie. Eppure, le esplorazioni e le estrazioni su grande scala sono destinate a continuare, specialmente nelle aree abitate dalle comunità Palawan più vulnerabili e isolate. «Prima di iniziare le attività ci avevano detto che non ci avrebbero toccato, ma oggi gli effetti delle estrazioni di nichel sono innegabili», hanno dichiarato all’agenzia Afp. «I pangolini, i facoceri, gli uccelli stanno scomparendo, così come i fiori», precisano gli indigeni, sempre più in allarme per le loro terre.

Secondo le società minerarie, l’aumento della produzione si tradurrà in maggiori royalties per le comunità locali e maggiori entrate fiscali. Nonostante le promesse di posti di lavoro, però la riluttanza ai progetti sta crescendo, anche perché intere fasce montuose sono state disboscate, causando inondazioni descritte dagli abitanti come «spaventose e profonde». Secondo la ong Global Witness, i permessi per l’attività mineraria e di prospezione coprono un quinto delle terre indigene delle Filippine. Ma alcune popolazioni non ricevono royalties da decenni. Tra il 2001 e il 2024, la provincia di Palawan ha perso ben 219.000 ettari di foresta, indica l’organizzazione Global Forest Watch. Un dato molto significativo, che riflette le preoccupazioni degli indigeni filippini. Anche l’impatto sulla biodiversità della regione è devastante e sta limitando l’accesso delle persone alle risorse naturali tradizionali. (francesco citterich)