
07 luglio 2025
di Gabriele Nicolò
L’eroe di Italo Svevo non consegue mai una piena maturità di uomo. Non gli arride il coronamento del lungo e faticoso processo della classica «educazione sentimentale», parte integrante del romanzo dell’Ottocento e del Novecento. Con i perpetui smacchi sofferti, la vita può anche avergli insegnato qualche cosa, tuttavia la lezione viene da lui assorbita solo sul piano mentale: tensioni e aspirazioni dell’animo rimangono inevase. Il cervello dell’eroe sveviano sa di aver imparato come ci si debba comportare, ma queste acquisizioni cerebrali non si sublimano mai in esperienza.
È netto il profilo che Giacomo Debenedetti traccia dei protagonisti dei romanzi di Svevo. In loro il critico riconosce il lavorio di una negatività che sul piano esistenziale si configura come un ...
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