Il progetto «Kujenga Amani» promosso dal Cefa in Tanzania

Influencer della nonviolenza

 Influencer della nonviolenza  QUO-149
30 giugno 2025

di Vincenzo Giardina

In lingua swahili kujenga amani vuol dire “costruire la pace”: un impegno a lungo termine in Tanzania, paese dell’Africa orientale toccato da tensioni conseguenza anche di opportunità mancate o promesse di benessere disattese. «Qui nella capitale economica Dar es Salaam si sono appena tenuti due giorni di formazione che hanno coinvolto giornalisti, blogger, influencer e radio locali, capaci di dar vita a campagne mediatiche in favore del dialogo e della nonviolenza», ci racconta Leonardo Luca Vignini, rappresentante del Cefa (Comitato europeo per la formazione e l’agricoltura), ong italiana parte della rete Focsiv, la Federazione degli organismi di volontariato internazionale di ispirazione cristiana. «Dureranno due o tre mesi, viaggeranno su fm, web e social concentrandosi nei distretti costieri di Tanga e di Mtwara, al confine con il Kenya e con il Mozambico, regioni neglette sul piano politico ed economico e dunque potenzialmente più a rischio». A partecipare blogger e influencer, con un pubblico locale e nazionale, come Aluwa Mkilindi, Betina Contine e Asha Mwijuma. Tra le emittenti coinvolte, forti sul territorio, figurano invece Kunani Fm, Care Fm e Radio Newala.

L’iniziativa è parte di un percorso più ampio che ha già promosso “carovane della pace” con incontri nelle scuole, tornei di calcio, alleanze con organizzazioni della società civile e dialoghi con i capi religiosi locali. Un percorso intrapreso anche al confine con il Mozambico e la provincia di Cabo Delgado, che si trova subito al di là della frontiera, ricca di idrocarburi ma ostaggio di un conflitto armato ormai da oltre sette anni. Si sofferma sul contesto regionale Dario De Nicola, coordinatore del Cefa per la Tanzania: «L’intervento si chiama Kujenga Amani perché riguarda più punti della cosiddetta Costa dello swahili, lingua transnazionale parlata anche in Mozambico e in Kenya, stati pure toccati dalle iniziative di sensibilizzazione in favore della pace».

L’impegno è supportato dall’Unione europea, ha un orizzonte temporale di trentasei mesi ed è portato avanti in alleanza con attivisti ed esponenti della società civile locale, in particolare giovani e donne. Tra le realtà partner figurano Agency for Peacebuilding, Global Religions for Children Foundation, Muslim Women for Advancement of Rights and Protection, Samba Sport Youth Agenda e Muleide. L’obiettivo comune è promuovere il dialogo in zone che sono state a lungo ai margini e dove, in particolare a Mtwara, la scoperta di giacimenti di gas naturale offshore non si è ancora tradotta in opportunità di lavoro e benessere. Secondo Aluwa Mkilindi, influencer in prima linea contro la violenza di genere, partecipante alla formazione a Dar es Salaam, giornalismo e comunicazione sono fondamentali: «Bisogna valorizzare — questo il suo messaggio — narrazioni che si soffermino su ciò che esiste di buono e non soltanto su storie che facciano notizia alimentando paure».