
Sotto un telo di plastica c’è Gesù
Guardate questa foto. È stata scattata a Roma, in una strada trafficata e non troppo lontana dal centro. Sembra esserci solo un mucchio di immondizia, ma sotto quegli stracci e quel telo di plastica c’è un essere umano. Ogni giorno migliaia di persone, a piedi o in automobile, passano a pochi metri senza accorgersene, senza fermarsi e chiedere: «Come stai? Che posso fare per te?».
Siamo bravi noi cristiani, a batterci il petto, ma a che serve se poi, quando incontriamo Gesù nel corpo sporco e abbandonato di una persona senza dimora, tiriamo avanti per la nostra strada? Gli scartati, gli ultimi, i poveri non sono fantasmi, sono Gesù che si fa presente in mezzo a noi.
Come Papa Francesco — che ha dedicato tutto il suo pontificato a stare dalla parte dei poveri — anche Papa Leone ci ricorda che, prima ancora di essere credenti, «siamo chiamati a essere umani». La compassione — ha spiegato commentando la parabola del samaritano — non è compatibile con la fretta. Chiede di farsi vicino al prossimo che ha bisogno, di lasciarsi coinvolgere, di prendersi cura delle sue ferite. Non serve essere santi o eroi. Basta non dimenticare la propria umanità.
Daniele Mureddu
A Roma, situazioni di persone in condizioni di grave disagio e fragilità possono essere segnalate al Servizio itinerante notturno della Caritas (tel. 366.6349003; email: servizioitinerante@caritasroma.it) oppure alla Sala operativa sociale del Comune (800440022).