DONNE CHIESA MONDO

Libri

Radici negate,
una legge di troppo

 Radici negate, una legge di troppo  DCM-007
05 luglio 2025

«Da dove vengo?» è la domanda che abita ogni esistenza. Per migliaia di persone nate da parti anonimi, adottate o affidate, è molto più di una riflessione interiore. È un bisogno fisiologico, una ricerca ostacolata da vuoti legislativi e indolenze istituzionali.

A queste vite sospese tra identità negate e desiderio di verità dà voce Melania Petriello in La strada di casa (Round Robin), un libro scritto con rigore civile e vicinanza. Petriello accende il registratore e senza pietismo siede di fronte ad Anna, affidata al brefotrofio di Napoli da «donna che non consente di essere nominata». Anna cerca le sue origini dopo che la malattia le ha imposto un trapianto da consanguinei. Fruga tra scartoffie e documenti ingialliti, come se la verità fosse un caso da risolvere. Trova la risposta su una lapide, in Canada. «Hai perdonato?», chiede Petriello in punta di piedi. «Avrei voluto dirle: ti capisco», risponde Anna.

Ecco il fil rouge del libro: tutte figlie che non provano rancore. Qui si compie l’incontro tra il dolore dell’essere state abbandonate e la comprensione di chi ha scelto o è stata costretta ad abbandonare. Come Rossella, vittima di violenza, che ha partorito in anonimato da minorenne e su consiglio di «un amico di famiglia». Quando percepisce l’inganno, è già troppo tardi. Rossella non saprà mai che fine ha fatto suo figlio. A meno che la legge non cambi. Il libro è testimonianza e denuncia politica. L’autrice ricostruisce il quadro legislativo e analizza i paradossi.

Uno su tutti: come possono coesistere due diritti divergenti? Da un lato il parto in anonimato, frutto di battaglie femministe preziose, dall’altro il bisogno di conoscere le proprie radici. Petriello sostiene che al balsamo delle risposte, da giornalista, preferisce l’accuratezza delle domande.

Eppure, una risposta affiora: se una figlia e una madre, a distanza di tempo, decidono di tornare indietro, perché una legge deve mettersi di traverso? A proposito di strade, forse esiste una terza via: il consenso. Nessuna scelta dovrebbe essere irreversibile.

di Carmen Vogani