Nel discorso introduttivo del cardinale segretario generale Mario Grech

Un “tavolo permanente”
della sinodalità

 Un “tavolo permanente” della sinodalità  QUO-147
27 giugno 2025

Da una parte, la gratitudine di tanti vescovi per «il dono prezioso» che è stato il cammino sinodale; dall’altra, le «difficoltà e resistenze» da parte di alcuni «nel riconoscere nella proposta della sinodalità una via feconda per il rinnovamento della vita ecclesiale». In ogni caso, si va avanti nel cammino della sinodalità immaginando nuove iniziative e nuove proposte come quella di un “Tavolo permanente della sinodalità”, una sorta di “forum permanente” per approfondire aspetti teologici, canonici, pastorali, spirituali e comunicativi della sinodalità della Chiesa. Questo, in sintesi, il cuore del discorso introduttivo del cardinale segretario generale Mario Grech per i lavori del Consiglio ordinario della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi che hanno preso il via ieri mattina, ricevendo nel pomeriggio la “benedizione” di Leone XIV.

Intorno alle 15.30 il Papa si è recato nella sede di via della Conciliazione 34 per salutare i membri del Consiglio e soffermarsi, per alcuni minuti, in dialogo con loro. Ad accogliere il Pontefice, il cardinale Grech e i due sottosegretari, suor Nathalie Becquart e il vescovo agostiniano Luis Marín De San Martín, insieme allo staff della Segreteria generale del Sinodo e i membri del Consiglio ordinario.

Rivolgendosi a questi ultimi al mattino il cardinale Grech ha riportato i riscontri positivi ricevuti dalle diverse diocesi per il percorso sinodale avviato nel 2021 da Papa Francesco e, soprattutto, per il Documento conclusivo che «ha saputo ispirare e orientare efficacemente la vita delle loro rispettive Chiese particolari».

«Tali testimonianze, unite a numerose altre pervenute da Diocesi e Conferenze episcopali ed eparchie, attestano che la fase di attuazione del processo sinodale è già avviata in molte realtà ecclesiali», ha detto il porporato, non mancando di menzionare tuttavia «difficoltà e resistenze» da parte di alcuni: «Tali riserve in maniera marcata, esercitando una certa influenza su altri». Di fronte a questo, ha detto il cardinale «siamo chiamati a un umile atteggiamento di ascolto e discernimento», considerando che «le posizioni contrarie non devono essere trascurate; al contrario, devono interrogarci a fondo».

Grech ha dunque esortato a «pensare in prospettiva» alcune sfide che impegnano la Segreteria generale del Sinodo. La prima è quella di «fare una verifica attenta del processo sinodale», a partire dal suo inizio con la consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese locali fino ad arrivare alle due sessioni dell’Assemblea in Vaticano, durante le quali — ha rammentato — «non è stato facile articolare la composizione dell’Assemblea, quanto la configurazione di un metodo di lavoro assembleare». Infatti, «tanto nei confronti della composizione, che prevedeva la presenza di non vescovi con diritto di voto, quanto nei confronti del metodo della conversazione nello Spirito sono state avanzate critiche».

Il cardinale ha chiesto «studio, confronto, discernimento», «partecipazione di tanti», «attivazione di processi a vari livelli», per svolgere tale verifica. Nella speranza che dalle Chiese arrivino «proposte, stimoli, suggestioni». Nel frattempo, però, ha suggerito, si potrebbe «immaginare un Tavolo della sinodalità», da avviare con l’affiancamento della Commissione Teologica Internazionale e della Commissione canonistica istituita a servizio del Sinodo d’intesa con il Dicastero per i Testi Legislativi. «Intorno a questo tavolo sarà opportuno far sedere vescovi e teologi di provata competenza e amore alla forma sinodale della Chiesa (e della teologia), per approfondire il tema della sinodalità».

Grech ha poi indicato come terza sfida quella della «formazione». «È compito della Segreteria generale del Sinodo accompagnare il processo sinodale con iniziative che, senza sovrapporsi al protagonismo delle Chiese locali e dei loro Raggruppamenti, aiuti a sviluppare la dimensione sinodale e missionaria della Chiesa», ha rimarcato. A tal fine si possono sviluppare iniziative per «uno studio accurato insieme alla rete di esperti, coinvolgendo anche teologi/teologhe giovani e con la collaborazione delle istituzioni accademiche, ecclesiali, civili».

Ricordando infine i tanti appuntamenti organizzati in Italia e a Roma, specie nelle Università pontificie, dopo l’assise dell’ottobre 2024, il cardinale ha domandato: «Non sarebbe possibile immaginare una rete di convegni in vari continenti con il patrocinio della Segreteria generale del Sinodo?». Al contempo si potrebbero «immaginare altre iniziative e forme di collaborazione», come tavoli sinodali a carattere continentale o nazionale ma anche «campi di formazione nei diversi ambiti della vita ecclesiale». Un esempio già c’è ed è stato l’incontro Parroci per il Sinodo che ha riunito nel maggio 2024 in Vaticano oltre 300 sacerdoti da ogni continente. Un appuntamento di dialogo e riflessione fortemente apprezzato dai partecipanti e anche da Papa Francesco. (salvatore cernuzio)