L’emozione del primo incontro con il Pontefice

Un modello da seguire

 Un modello da seguire  QUO-144
24 giugno 2025

di Daniele Piccini

Ascoltare le fragilità del cuore, coltivare la speranza durante il percorso di formazione, raccogliere le sfide poste dalle nuove tecnologie: risuonano ancora nel cuore dei seminaristi i temi toccati da Leone XIV durante la meditazione offerta loro stamani, nella basilica di San Pietro, in occasione del pellegrinaggio alla Porta Santa compiuto dai futuri sacerdoti impegnati da ieri nell’appuntamento giubilare ad essi dedicato.

Come Cristo ha amato con un cuore di uomo, confida ai media vaticani il venticinquenne milanese Simone Nardiello, «il Pontefice ci ha detto che dobbiamo accogliere e stare vicino alle persone. Per fare questo dobbiamo conoscere le nostre fragilità e le nostre dinamiche», aggiunge il giovane, seminarista all’ordinariato militare per l’Italia, presso il Comando della Cecchignola a Roma. «Custodirò sempre le sue parole e le trasformerò in un modello da seguire», spiega.

«Il Papa ci ha invitato a custodire la speranza in Cristo. Quello che personalmente chiedo al Signore è che ci sostenga fino alla fine della nostra chiamata», gli fa eco Ngalani Marcel Eugene, camerunese di 26 anni, che studia nel Seminario del Collegio Alberoni di Piacenza. «Quello che mi ha colpito è stato il suo invito a rimanere sé stessi durante questo tempo», prosegue il giovane, arrivato a Roma con un gruppo di ventotto tra colleghi e formatori.

«Le parole del Pontefice mi hanno riempito di felicità», ammette Michal Rogala, seminarista di 23 anni che studia presso il Wyższe Seminarium Duchowne di Varsavia. «Credo sia molto importante che il Papa ci abbia invitato a confrontarci non solo con la teologia, ma anche con l’intelligenza artificiale e i social media. Sono temi che pochi affrontano così chiaramente», evidenzia circondato dai suoi compagni.

«È una grande emozione per tanti di noi che incontravano Leone XIV per la prima volta», confessa Dragos Romescu, 23 anni, allievo del Seminario greco-cattolico di Oradea in Romania. «Porterò sempre dentro il pensiero che il Pontefice ha dedicato alla relazione con gli altri. Come futuri sacerdoti — conclude — dobbiamo avere una buona relazione con i nostri fedeli, e soprattutto con i poveri e i bisognosi».