All’Angelus domenicale in piazza San Pietro l’appello del Papa per la pace in Medio Oriente

Fermare la tragedia
della guerra prima
di una voragine irreparabile

 Fermare la tragedia della guerra  prima di una voragine irreparabile  QUO-143
23 giugno 2025

Una voragine tragica e irreparabile: Leone XIV definisce con parole nette la guerra che attanaglia l’area mediorientale. Lo ha fatto all’Angelus di ieri, domenica 22 giugno, recitato dalla finestra dello studio privato del Palazzo Apostolico Vaticano con i fedeli presenti in piazza San Pietro.

Guardando in particolare al drammatico scenario presente in Iran, ma anche in Israele e Palestina — specie a Gaza, dove «l’urgenza di un adeguato sostegno umanitario si fa sempre più pressante» —, il vescovo di Roma si è fatto “portavoce” di un’umanità che oggi più che mai «grida e invoca la pace». Pace che, ha rimarcato, deve essere conseguita facendo tacere le armi e attraverso vie diplomatiche, perché il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato non potranno mai essere compensati da alcuna «vittoria armata». Di qui, il richiamo alla «responsabilità morale» di ogni membro della comunità internazionale, poiché «non esistono conflitti “lontani” quando la dignità umana è in gioco».

In precedenza il Pontefice, commentando il Vangelo domenicale incentrato sul miracolo dei pani e dei pesci, aveva evidenziato come esso sia «un “segno”» che ricorda come «i doni di Dio, anche i più piccoli, crescono tanto più quanto più sono condivisi».

L'Angelus