
21 giugno 2025
di Arianna Medoro
L’epoca profondamente travagliata in cui Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, dette vita ai propri celeberrimi capolavori non si discosta, vichianamente, dalla drammatica complessità dei nostri giorni. Le animate vicissitudini di un’esistenza breve quanto tormentata (1571-1610), trascorsa fra risse, fatti di sangue e l’esperienza del carcere, coesistettero con la profonda religiosità dell’artista in un equilibrio paragonabile alla necessaria complementarietà fra luce e ombra che contraddistingue il suo linguaggio pittorico.
La redazione iconografica della cena di Emmaus trova, nel repertorio di Caravaggio, una duplice interpretazione: la prima risalente al 1602 e custodita presso la National Gallery di Londra, la seconda, del 1606, oggi alla Pinacoteca Nazionale di Brera.
Commissionata da ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati