
La croce olimpica e paralimpica degli sportivi ha attraversato, sabato pomeriggio, la Porta Santa della basilica Vaticana tenuta stretta dalle mani di Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio). E il numero uno dello sport mondiale aveva appena ricevuto la croce dalle atlete della sezione giovanile delle Fiamme Gialle, alle quali era stata consegnata da Aurelién Diesse, campione olimpico di judo a Parigi 2024, e da rappresentanti del Centro sportivo italiano.
In questo passaggio di mano in mano — tra chi lo sport lo dirige, lo pratica ad alto livello e lo vive nella dimensione educativa dell’amatorialità — c’è l’essenza del Giubileo dello sport e di uno dei suoi momenti centrali, ovvero il pellegrinaggio alla Porta Santa.
Il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’educazione, ha presieduto, a piazza Pia alle 17, un breve momento di preghiera in italiano e in inglese. In questo contesto, una delegazione della Conferenza episcopale francese, guidata dal vescovo Emmanuel Gobilliard, ha consegnato proprio la croce olimpica e paralimpica degli sportivi ad Athletica Vaticana, l’associazione polisportiva ufficiale della Santa Sede. Un gesto semplice ma di forte significato. E al momento della consegna con il gruppo venuto appositamente da Parigi c’era il presidente del Cio.
Athletica Vaticana a sua volta consegnerà, prossimamente, la croce alle diocesi nel cui territorio si svolgeranno i Giochi olimpici e paralimpici invernali ed estivi: Milano-Cortina 2026 e Los Angeles 2028 i primi appuntamenti.
La croce è stata realizzata dall’artista Jon Cornwall per la comunità cattolica di Londra — in occasione dell’edizione dei Giochi nel 2012 — con quindici pezzi di legno provenienti da diverse zone del mondo: Terra Santa, Cina, Russia, Africa. Da Londra, in uno stile di spontaneità, la croce è arrivata all’arcidiocesi di Rio de Janeiro per le Olimpiadi e Paralimpiadi 2016. A Tokyo, tra il 2020 e il 2021, la pandemia ha impedito di organizzare iniziative. E così la croce ha trovato una straordinaria collocazione a Parigi — per l’edizione dei Giochi 2024 — nella cappella degli sportivi nella chiesa della Maddalena.
Sabato pomeriggio — lungo via della Conciliazione divenuta “pista” verso un traguardo alto — si sono dati il cambio nel portare la croce anche, tra gli altri, i segretari del Dicastero per la Cultura e l’educazione, il vescovo Paul Tighe e l’arcivescovo Carlo Maria Polvani; il rugbista francese Mathias Dantin, tetraplegico per un placcaggio violento nel 2022 quando aveva 18 anni, insieme a rappresentanti della spiritualità del beato Pier Giorgio Frassati, che sarà canonizzato il 7 settembre, e di diverse realtà della pastorale sportiva internazionale.