Lettere dal direttore
La «danza» di Jovanotti in concerto a Roma

Con le sembianze
di un Joker benefico

 Con le sembianze di un Joker benefico  QUO-123
28 maggio 2025

E a un certo punto Jovanotti lo riconosce: «Rischio di essere sentimentale», così dice alle migliaia di giovani e meno giovani che hanno riempito ieri il Palazzo dello Sport di Roma per una delle ultime tappe del suo tour. Ma poi aggiunge subito precisando: «Io voglio essere sentimentale!». Eccolo qua, è una scelta di campo, coraggiosa. C’è parola più scivolosa di «sentimento» oggi? Non è più facile voler essere cinico, oggi? Non è la strada più facile? E invece la strada va fatta tutta intera, faticosamente e fiduciosamente, si prende il rischio, del resto «Senza un po’ di rischio non ha senso niente» canta in Un mondo a parte, uno dei momenti più intensi dello spettacolo. Quando entra in scena ha indosso un completo rosso fuoco e si tiene la giacca per le prime tre, quattro canzoni poi comincia a togliersi la giacca e dopo un pò anche il gilet, ma fino a quel momento, per come si agita questo diavolo rosso, ha le sembianze di un Joker, un Joker benefico, irriverente ma generativo, travolgente ma solare, vitale. Danza Jovanotti, danza e fa danzare tutti per tutto il tempo di questo spettacolo primigenio, primordiale, perché la danza è la prima cosa, è l’arte più antica, la più essenziale, la più «nuda»: non hai bisogno di nient’altro oltre al tuo corpo che segue il battito del cuore. La danza viene prima ancora della poesia e del canto, prima di tutto. La chiave di lettura dell’intero concerto sta proprio in questa parolina “prima”, che riecheggia nei versi, letti da una voce infantile, della poesia Cosa sono i fiori? di Margherita Gualtieri che termina con queste parole: «Chi li ha pensati i fiori, / prima, prima dei fiori».

A.M.