Dall’intervento della Santa Sede all’Onu alle parole di Papa Leone XIV

No al riarmo sia rispettato
il diritto umanitario

TOPSHOT - People check the destruction following an Israeli strike that hit the home of a ...
24 maggio 2025

di Andrea Tornielli

«La Santa Sede ritiene essenziale porre fine all’uso di armi indiscriminate, mine terrestri e munizioni a grappolo, e interrompere l’impiego di armi esplosive in aree popolate. Ciò, insieme alla cessazione della produzione e dell’accumulo di armi, costituisce un passo concreto e urgente verso una migliore protezione dei civili» nei conflitti armati. Lo ha detto l’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu, prendendo la parola il 22 maggio al dibattito aperto del Consiglio di Sicurezza sulla protezione dei civili.

«La Santa Sede — ha detto Caccia — profondamente preoccupata per l’aumento del numero e dell’intensità dei conflitti armati in tutto il mondo, che continuano a infliggere sofferenze profonde e sproporzionate alle popolazioni civili, sottolinea l’urgente necessità del rispetto del diritto internazionale umanitario, in particolare delle Convenzioni di Ginevra e dei loro Protocolli aggiuntivi».

Sono parole la cui verità e urgenza sono sotto gli occhi di tutti: la tragedia che si sta consumando a Gaza, ai danni di tutta la popolazione civile, non ha giustificazioni. Come pure non possono trovare alcuna giustificazione gli attacchi contro i civili in Ucraina e nelle altre parti del mondo, dove si combattono le tante guerre dimenticate.

«Il deliberato attacco ai civili, incluse donne, bambini e personale umanitario; la distruzione di infrastrutture essenziali come ospedali, scuole e luoghi di culto; e il diniego dell’accesso umanitario a coloro che sono in urgente bisogno — ha detto l’arcivescovo Caccia alle Nazioni Unite — sono motivo di grande preoccupazione. Queste violazioni, oltre ad essere una tragedia umana immensa, rappresentano anche un grave affronto alle fondamenta della sicurezza internazionale».

Venerdì 23 maggio Leone XIV ha ricevuto la presidenza della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece). Non ci sono stati discorsi pubblici, ma i vescovi che hanno partecipato hanno raccontato che il Pontefice «ha espresso il timore che una maggiore attenzione per la spesa in armamenti vada a discapito del sostegno ai più bisognosi e ai più fragili».

Papa Leone, ricevendo lo scorso 19 maggio i rappresentanti di altre Chiese e comunità ecclesiali e di altre religioni, aveva detto: «In un mondo ferito dalla violenza e dai conflitti, ognuna delle comunità qui rappresentate reca il proprio apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell’umanità e la salvaguardia della casa comune. Sono convinto che, se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire “no” alla guerra e “sì” alla pace, “no” alla corsa agli armamenti e “sì” al disarmo, “no” a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e “sì” allo sviluppo integrale».

Parole da ricordare e ripetere oggi, nel decimo anniversario dell’enciclica sociale Laudato si’, di fronte a un mondo che corre a riarmarsi, sottraendo risorse che potrebbero essere impiegate per combattere la fame e la povertà.