
La liturgia della Parola, la preghiera sul sepolcro dell’Apostolo delle Genti, ma anche il saluto affettuoso e gioioso di oltre duemila fedeli, soprattutto romani, assiepati lungo le transenne: sono stati questi gli elementi che hanno caratterizzato, nel pomeriggio di ieri, martedì 20 maggio, la visita di Leone XIV a San Paolo fuori le Mura.
Il vescovo di Roma ha presieduto la celebrazione soffermandosi, nell’omelia, sui «tre grandi temi» della Lettera di san Paolo ai cristiani dell’Urbe, ovvero la grazia, la fede e la giustizia. Di qui, l’esortazione ai presenti e a quanti seguivano attraverso i media a essere testimoni dell’amore del Signore e a «saper coltivare e diffondere la sua carità», facendosi «prossimi gli uni per gli altri».
Richiamando poi parole di Benedetto XVI, il Papa ha sottolineato che «all’origine della nostra esistenza c’è un progetto d’amore di Dio», e che la fede ci porta ad «aprire il nostro cuore a questo mistero di amore e a vivere come persone che si riconoscono amate da Dio». In questo, ha aggiunto, è «la radice, semplice e unica, di ogni missione», anche di quella del successore di Pietro ed erede dello «zelo apostolico» di Paolo.
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Testimoni della carità per farsi prossimi gli uni agli altri