A Chambéry la beatificazione di Camille Costa de Beauregard

Padre ed educatore

 Padre ed educatore   QUO-114
17 maggio 2025

di Pierluigi Cameroni*

È quella di Camille Costa de Beauregard, sacerdote diocesano francese, la prima messa con rito di beatificazione del pontificato di Leone XIV. La celebrazione si tiene nel primo pomeriggio di oggi, sabato 17 maggio, nella cattedrale di Chambéry, alla presenza dell’arcivescovo Celestino Migliore, nunzio apostolico in Francia, rappresentante del Papa.

Camille Costa de Beauregard nasce proprio a Chambéry, il 17 febbraio 1841, quinto degli undici figli del Marchese Pantaleón, gentiluomo del re Carlo Alberto, e di Marta Saint-George de Vérac. Compiuti gli studi in diversi collegi religiosi, vive un periodo di smarrimento. Superata la crisi, nel novembre 1863 entra nel Seminario francese di Roma e il 26 maggio 1866 viene ordinato presbitero nella basilica di San Giovanni in Laterano. Dopo l’ordinazione, trascorre ancora un anno a Roma, continuando gli studi e rifiutando di entrare nell’Accademia dei nobili ecclesiastici per intraprendere la carriera diplomatica. Rientra dunque nella diocesi di Chambéry e il 3 agosto 1867 è nominato viceparroco della cattedrale.

L’epidemia di colera lascia come triste eredità un grande numero di orfani: l’abbé Costa de Beauregard allora decide di non abbandonarli al loro duro destino raccogliendoli in uno stabile donato dal conte Ernest de Boigne. Comincia così, leggendo in un’ottica di fede le esigenze che la storia gli pone davanti, il suo impegno a favore degli orfani e dell’educazione dei giovani.

L’Orphelinat fondato a Le Bocage, nella periferia di Chambéry, si sviluppa negli anni con diverse filiali, potendo così accogliere fino a 175 ragazzi. L’abbé de Beauregard si distingue per l’attenzione prestata anche ai più piccoli particolari dell’attività caritativa e sociale della sua opera, curando spesso personalmente l’andamento delle case, i laboratori e la fattoria per la preparazione dei ragazzi a futuri agricoltori.

Della sua ricca attività caritativa ed apostolica viene particolarmente lodato lo zelo come educatore e formatore per aiutare i giovani a vivere cristianamente: l’insegnamento catechetico è compito che riserva a sé stesso.

Il suo profilo spirituale e apostolico, contraddistinto da un esercizio esemplare di virtù quali la carità, l’umiltà e la povertà, verrà definito dall’arcivescovo di Chambéry, monsignor Dominique Castellan, come un «felice incontro della carità di san Vincenzo de’ Paoli con la dolcezza di san Francesco di Sales».

L’abbé Camille Costa de Beauregard muore il 25 marzo 1910 nello stesso luogo di nascita. I suoi resti mortali furono traslati all’Orphelinat du Bocage quasi subito, nel 1911. L’introduzione della causa di beatificazione avviene nel novembre 1925. Papa Giovanni Paolo II lo dichiara Venerabile il 22 gennaio 1991. Dagli anni ’50 in poi, la causa viene seguita dalla Postulazione generale dei salesiani, con la collaborazione e il sostegno dell’arcidiocesi di Chambéry, del Comitato Costa de Beauregard e della Fondation du Bocage.

Il miracolo che ha portato alla sua beatificazione, riconosciuto da Papa Francesco il 14 marzo 2024, si potrebbe definire “storico”. Si tratta di una guarigione avvenuta il 28 ottobre 1910 e a beneficiarne è il piccolo René, originario di Chambéry, che aveva subito un «trauma oculare da frutto di bardana con lesione della cornea e ferita della congiuntiva».

Il bambino nasce il 16 ottobre del 1899 e all’età di 5 anni, nel 1904, entra nell’Orphelinat du Bocage di Chambéry. Il 26 settembre 1910, mentre passeggia con i compagni, giocando a lanciarsi i frutti spinosi della bardana, viene colpito all’occhio destro da uno di questi. Per evitare problemi, in un primo momento i ragazzi raccontano che il colpo sarebbe stato causato da un sassolino sollevato da un veicolo che sfrecciava ad alta velocità sulla strada. René raccontò che «al momento, pensavo di essere cieco, non essendo stato in grado di aprire l’occhio per molto tempo perché il dolore era così forte». Al piccolo orfano, appena rientrato in Istituto, viene praticato subito un lavaggio oculare e applicata pomata allo iodoformio.

Il giorno successivo, 27 settembre, il dottor Antoine Denarié visita l’occhio del paziente, approvando la medicazione applicata il giorno prima dalla suora infermiera Joséphine Rigaud, delle Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, che prestano il loro servizio nell’orfanatrofio fondato da Costa de Beauregard.

Il 1° ottobre 1910, poiché non vi è alcun miglioramento, suor Rigaud porta René dall’oculista Amédée Denarié, il quale riscontra un aggravamento della situazione. L’oculista visita ancora il piccolo orfano nei giorni successivi, registrando il persistere dei fenomeni infiammatori «con una tenacità ostinata».

Il 20 ottobre, permanendo la gravità della ferita all’occhio, suor Rigaud inizia una novena di invocazione al defunto canonico de Beauregard. Nella preghiera vengono coinvolti il bimbo ferito e tutta la comunità. Il 26 ottobre, settimo giorno della novena, a un controllo della religiosa l’occhio del bimbo appare peggiorato. Il giorno seguente ella applica sul paziente un pezzo di stoffa che aveva toccato gli oggetti in uso del compianto abbé de Beauregard. Il 28 ottobre, ultimo giorno della novena, al mattino, rimuovendo il panno, ci si accorge che l’occhio è guarito.

Il 2 novembre 1910 alle ore 9.30 l’oculista Denarié constata che «l’occhio è completamente guarito: nessuna traccia di infiammazione sulla congiuntiva che aveva riacquistato il suo normale colore bianco, la cornea aveva riacquistato la sua brillantezza e il suo aspetto naturale».

Camille Costa de Beauregard è stato un padre, educatore e difensore degli orfani. Ha avuto un cuore nobile capace di amare coloro che erano scartati e feriti dalla vita e dare loro ragioni e speranza di vita, ispirandosi al Sistema preventivo di don Bosco. «Quando vi chiamiamo “nostri figli”, abbiamo veramente l’affetto profondo e la dedizione completa di un padre per i suoi figli — diceva —. E quando mi chiamate “padre”, avete veramente nel profondo del vostro cuore il rispetto, l’affetto e la confidenza che un figlio ha per suo padre».

*Postulatore