La buona Notizia

di Jonathan Safran Foer
L’episodio narrato in Giovanni, 13, 31-35 si svolge in un momento di crisi. Giuda è appena uscito per tradire Gesù. La comunità è fragile. C’è paura nell’aria. E tuttavia Gesù non reagisce con un avvertimento o con un piano strategico, ma dà un comandamento: «Che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri». Non è un linguaggio sentimentale. È chiarezza morale in mezzo al crollo.
Nel mondo attuale vediamo diversi tessuti sociali sfilacciarsi. L’instabilità geopolitica — da Gaza all’Ucraina, al Sudan — ha trasformato i civili in pedine e gli astanti in profughi. Le istituzioni democratiche in molti paesi, compresi gli Stati Uniti, affrontano disinformazione, erosione della fiducia pubblica e una crescente retorica autoritaria. Il progresso tecnologico — specialmente l’intelligenza artificiale e i social media — ha aumentato tribalismo, sorveglianza e ansia. I disastri climatici stanno causando la dislocazione di comunità, mentre attori potenti rimandano i cambiamenti strutturali. La tendenza generale è la frammentazione, sia relazionale sia ideologica ed ecologica.
Su questo sfondo, il comandamento di Gesù sembra quasi sovversivo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. Questo amore non è né ingenuo né ironico. Gesù pronuncia quelle parole sapendo che il tradimento sta avvenendo in tempo reale. Ciò che offre qui è un’alternativa etica alla logica a somma zero che oggi manda avanti buona parte del mondo. Mentre le ideologie politiche esigono lealtà, vendetta o purezza, Gesù pretende qualcosa di più difficile: un amore che rimane impegnato nella frattura.
Quando le società perdono la capacità di attenzione, empatia e responsabilità reciproca, il totalitarismo prospera. Il comandamento di Gesù non è soltanto pietà privata; è pubblica resistenza. Dice: non permettere che il tradimento definisca i termini della tua vita. Non lasciare che la paura ti renda crudele. Non consentire alla tua cultura di insegnarti a odiare.
In termini pratici, ciò potrebbe significare rifiutarsi di disumanizzare quanti hanno vedute politiche diverse, anche nella legittima rabbia. Potrebbe assumere l’aspetto di conversazioni difficili sostenute in comunità polarizzate, o di solidarietà scelta al posto del proprio interesse quando le politiche spogliano i vulnerabili dei diritti. Il costo è elevato. Non è di tendenza. Ma rappresenta un tipo diverso di potere: un potere che non replica la violenza né sgancia dalla realtà.
Gesù conclude: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli». Non dalla correttezza teologica. Non dal dominio culturale. Ma dal vostro rifiuto di abbandonare l’amore quando l’amore sembra impossibile da trovare.