
di Isabella Piro
ed Edoardo Giribaldi
«Quello che voi fate con tanto entusiasmo, con tanta passione possa diventare la musica, il canto che raggiunge le orecchie di Dio»: questa la consegna affidata dall’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione al quale è affidata l’organizzazione del Giubileo, ai partecipanti all’evento dell’Anno Santo dedicato alle bande musicali e agli Spettacoli popolari. Presiedendo ieri, domenica 11 maggio, in piazza Cavour, la messa loro riservata, il presule ha espresso gratitudine a tutti i presenti perché, ha detto, hanno «riempito di gioia questa nostra città di Roma, stando in tante piazze».
Citando poi uno dei discorsi di sant’Agostino, nell’omelia ha sottolineato: «Cammina cantando e suonando, consolati della fatica, ma non amare mai la pigrizia», rimarcando al contempo l’importanza di «avanzare nel bene». «Se tu progredisci, se tu cresci — ha detto monsignor Fisichella —, allora cammini, ma devi progredire nel bene, nella retta fede, nella buona condotta».
Prima dell’inizio della celebrazione eucaristica gli strumenti musicali di complessi bandistici provenienti da novanta diversi Paesi, insieme con quelli di gruppi militari emariachi messicani, hanno risuonato nella piazza.
Successivamente, al termine del rito, tutti i partecipanti, negli abiti caratteristici e con i loro strumenti, hanno sfilato lungo via della Conciliazione, fino a raggiungere piazza San Pietro per seguire la recita del Regina Caeli di Papa Leone XIV, il quale ha rivolto un affettuoso saluto, ringraziandoli «perché con la loro musica e le loro rappresentazioni allietano la festa, la festa di Cristo Buon Pastore».
L’appuntamento giubilare era iniziato il giorno prima, sabato 10 maggio, con il passaggio della Porta santa della basilica Vaticana al mattino; nel pomeriggio, poi, in molti si erano ritrovati a piazza Santa Maria in Trastevere, animando momenti di festa, gioia e speranza, intrecciati con la fede e la tradizione.
Tra i gruppi presenti, l’Associazione d’arte madonnara “Rodomonte Gonzaga”. Grazie al lavoro degli artisti di strada che ne fanno parte i sampietrini della piazza sono divenuti tela viva: gessetto dopo gessetto, alcune giovani “madonnare” hanno tracciato linee e hanno acceso colori, dando forma a un Cristo con le braccia spalancate ad accogliere chi arriva.
Un’arte storica e al contempo fragile, quella dei “madonnari”, nata per essere passeggera, cancellata dal primo acquazzone. Ma proprio per questo, hanno spiegato gli artisti ai media vaticani, «ancora più preziosa, ancora più vera».
Di fronte alla basilica di Santa Maria in Trastevere è risuonato anche il flauto di Pan, antichissimo strumento a fiato costituito da canne lacustri di diversa lunghezza. Lo ha suonato il gruppo Firlinfeu, giunto dalle sponde del lago di Como per raccontare la storia dei Promessi Sposi «come il nostro Manzoni ci ha insegnato».
Tra le tante presenze, anche la Scuola itinerante, un progetto promosso dall’organismo pastorale Migrantes della Conferenza episcopale italiana (Cei), per accompagnare i figli delle famiglie dello spettacolo viaggiante lungo il sentiero dell’istruzione. Oltre duecento studenti vi hanno aderito nel solo anno scolastico 2022-2023, seguiti da numerose scuole e docenti, e da una fiducia che cresce passo dopo passo.
Anche questo, in fondo, è un ponte. E anche questa, come la musica, è una forma di bellezza che unisce.