Un pastore

di Marie Duhamel
e Linda Bordoni
Papa Leone XIV è figlio degli Stati Uniti, ma ora appartiene a tutti i cattolici e alle persone di buona volontà. L’arcivescovo Timothy Broglio, presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Usccb) esprime la sua felicità per l’elezione del cardinale Robert Francis Prevost a 267° Pontefice, le cui prime parole, sottolinea monsignor Broglio, indicano «un cammino di pace, unità e attività missionaria». In una intervista ai media vaticani, a poche ore dall’elezione del Pontefice, l’arcivescovo Broglio esprime un profondo senso di felicità e di fiducia nel nuovo pontificato di Leone XIV, misto anche ad una iniziale sorpresa per la scelta dei cardinali in Conclave, di cui si dice «molto contento». Nell’indicarne il forte calore umano, l’apertura e il genuino desiderio di collaborazione, Broglio ne ricorda anche «la cordialità e il grande desiderio di lavorare insieme e di rendersi utile», assicurando quindi la sua preghiera per l’inizio della sua missione e affinché il suo pontificato sia segnato dalla serenità.
Il nome Leone, prosegue l’arcivescovo statunitense, «evoca il ricordo di Leone XIII, che è stato il primo Papa a enunciare in modo chiaro la dottrina sociale della Chiesa». Quella del Pontefice sarà dunque una voce per la pace e il dialogo in mezzo alle tante crisi che si vivono. «Siamo tutti turbati dalle situazioni che continuano ad accendersi nel nostro mondo — aggiunge il presidente della Conferenza episcopale — penso al Pakistan e all’India, all’Ucraina, al Medio Oriente e a molte parti dell’Africa. Per questo motivo, credo che sia essenziale che egli parli di pace e che la promuova, alimentando il dialogo in questo nostro mondo».
Le parole del nuovo Pontefice sulla necessità di una Chiesa unita è ancora la riflessione del presidente dell’episcopato sono importanti anche per il popolo statunitense. «Una delle cose che dobbiamo imparare è ascoltare gli altri — spiega — si può anche essere in disaccordo, ma ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio, e questo non dovrebbe mai essere perso. Mi auguro che il suo messaggio sia recepito come un invito a essere uniti e a diventare strumenti di dialogo».
L’internazionalità di Papa Leone XIV, di origine italiana, francese e spagnola, e la sua grande esperienza pastorale in America Latina, sono un dono per il suo ministero universale. «Penso che sia molto importante vivere in diverse parti del mondo, fa una grande differenza. Porta profondità, prospettiva e una ricchezza che lo aiuterà a guidare la Chiesa». Un’esperienza globale che aiuterà ad evitare, sono le parole di monsignor Broglio, che «la Chiesa si perda nel proprio cortile».
La scelta del Papa di parlare in italiano durante il suo primo discorso pubblico indica il significato pastorale del linguaggio. «Come vescovo di Roma penso che sia importante che parli in italiano», conclude il presidente della Conferenza episcopale statunitense, riconoscendo poi il conforto che tale scelta porterà ai cattolici di lingua spagnola, soprattutto alla luce della recente scomparsa di Papa Francesco. «Sarà rassicurante vedere che il loro nuovo pastore può raggiungere anche i loro cuori».