Un nastro bianco tra due pontificati

Santa Teresa
e i fiori della fede

 Santa Teresa e i fiori della fede  QUO-107
09 maggio 2025

di Lorena Pacho Pedroche
e Rocío Lancho García

Frate Leone fu il compagno prediletto di san Francesco d’Assisi, il suo confessore, il suo inseparabile segretario, e il suo infermiere. Ora, simbolicamente, Leone XIV succede a Papa Francesco. All’alba del nuovo papato, stanno già emergendo continuità spirituali profonde che legano il nuovo Pontefice al predecessore.

Riecheggia con forza l’immagine della semplice tomba di Jorge Mario Bergoglio nella basilica di Santa Maria Maggiore, con una rosa bianca posata sulla lapide in ricordo di ciò che questo fiore rappresentava per lui: l’anima della Chiesa che fiorisce senza far rumore, la semplicità, la bellezza discreta, la purezza interiore, la prova dell’intercessione di santa Teresa di Lisieux. La devozione per santa Teresa è molto presente anche in Papa Leone XIV, in questo caso per santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa, grande «maestra di preghiera» per Francesco, la quale ha messo in luce la scoperta dell’umanità di Cristo nell’incontro della Santa con Gesù.

Robert Francis Prevost da parte sua ha visitato la Spagna in diverse occasioni, l’ultima delle quali risale a meno di un anno fa: il cardinale ha visitato nel settembre 2024 la diocesi di Avila, dove, accompagnato da un gruppo di fedeli, si è recato come pellegrino alla casa natale di santa Teresa di Gesù. Luis Carlos, del locale convento dei carmelitani scalzi, ha condiviso con i media vaticani il ricordo di quel momento. L’allora cardinale Prevost vi si era recato per celebrare la messa al mattino presto, mosso dal desiderio di approfondire la spiritualità della santa. «È stato un momento molto intimo, semplice», ricorda il religioso. Egli stava per andare al confessionale quando il portinaio lo ha avvisato della presenza del cardinale. «Mi sono avvicinato per salutarlo e lui mi ha detto: “Padre, buongiorno, come sta? Siamo venuti qui seguendo le orme di santa Teresa con questo gruppetto di pellegrini”». Il carmelitano ne ha ricavato l’impressione di una persona aperta, affabile.

Questa testimonianza mette in luce la dimensione spirituale e personale di colui che, da oggi, guida la Chiesa, come pure il suo legame speciale con la tradizione teresiana, la cui spiritualità Prevost è andato a cercare nella città dove la santa era nata più di 500 anni prima.

Quel 22 settembre 2024, la diocesi di Avila ha condiviso un’immagine con la firma autografa del cardinale, oggi Pontefice, nel libro dei visitatori della basilica di Santa Teresa, che già è divenuta un tesoro spirituale per i fedeli. «Robert Cardinale Prevost, O.S.A. – Vaticano», si legge nel testo, scritto a mano con una penna a sfera blu.

Sempre nella provincia di Avila, le suore agostiniane del monastero della Conversión a Sotillo de La Adrada hanno ricordato con grande gioia ed emozione la loro esperienza con l’attuale Papa Leone XIV, agostiniano, che conoscevano da oltre un decennio e che avevano invitato, quando era ancora cardinale, al loro monastero per celebrare la chiusura del Giubileo dei 25 anni della comunità, prevista per il prossimo mese di settembre. Suor Carmen Toledano ha sottolineato la sua umiltà e la sua semplicità, e lo ha ricordato come «un missionario. Ora è un missionario a Roma, un missionario della Chiesa a Roma».

Quella ad Avila non è stata l’unica visita del futuro Pontefice in Spagna. Conosce anche Malaga, dove è stato una ventina di anni fa per visitare gli agostiniani del collegio di Los Olivos, come Priore generale dell’ordine. Un’altra città che ha ricevuto una sua visita è stata Valladolid. Nel maggio 2008, sempre da Priore generale ha visitato lo Studio Teologico Agostiniano, dove ha partecipato agli eventi organizzati per il 40° anniversario dell’istituzione.