Le testimonianze delle Unioni delle superiore e dei superiori generali

Pastore umile e padre premuroso

 Pastore umile e padre premuroso   QUO-102
05 maggio 2025

«Un pastore umile, compassionevole e con un amore senza confini»: così suor Mary Teresa Barron, presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), ha ricordato Papa Francesco all’inizio della messa per l’ottavo Novendiale. presieduta in San Pietro sabato 3 maggio dal cardinale salesiano Ángel Fernández Artime, già pro-prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica.

La religiosa delle Suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli ha rammentato che il pontificato di Bergoglio «è stato una luce» che «ha brillato intensamente», invitando a «uscire nel mondo, tra la gente e in mezzo a tutta la creazione di Dio, per servire, guarire e accompagnare chi è più nel bisogno».

Del compianto vescovo di Roma, suor Barron ha sottolineato in particolare «l’importanza di abbracciare la fragilità non come un limite, ma come una fonte di grazia», nonché l’esortazione ad «abbassarsi nel servizio» e a «portare speranza e guarigione negli angoli più bui del mondo, un sorriso amico, una mano che aiuta e un cuore colmo dell’amore di Gesù».

Nel ricordo della presidente dell’Uisg è risuonata anche la gratitudine nei confronti di Francesco e della sua «incrollabile fiducia nella vocazione delle donne religiose», riconosciute come «costruttrici di comunione, custodi del calore e della tenerezza materna della Chiesa».

«Ci hai rese partecipi attive del cammino sinodale — ha aggiunto suor Barron, rivolgendosi idealmente allo stesso Pontefice —, promuovendo il dialogo e il discernimento nelle nostre comunità e nella Chiesa intera» e immaginando «la vita consacrata come pietra angolare di questo cammino». Da qui la «promessa» di portare avanti la missione di «essere la carezza» di Dio «verso chi soffre» e «vivere la vita per il Signore e per l’umanità».

Le parole della religiosa hanno avuto eco nella testimonianza del monaco camaldolese Mario Zanotti, segretario dell’Unione dei superiori generali (Usg): «Papa Francesco — ha detto anche lui all’inizio della messa — ci ha lasciato una grande eredità di umanità cristiana. Proprio grazie a lui non ci sentiamo vuoti, ma piuttosto ricchi di fede, di sapienza e di speranza».

«Fratello tra i fratelli», «padre premuroso», pronto all’ascolto — ha proseguito Zanotti — Bergoglio ha richiamato sempre «la centralità di Dio, di Cristo, e la priorità di ogni essere umano», spronando i religiosi a non fermarsi, perché «il Vangelo, e soprattutto lo Spirito Santo, chiamano sempre a cose nuove».

Del defunto vescovo di Roma, il segretario dell’Usg ha rammentato anche l’esortazione rivolta a religiosi e religiose «ad essere coerenti nell’obbedienza alle Sacre Scritture e al carisma delle nostre rispettive famiglie religiose; a prendere sul serio l’impegno della povertà»; a «vivere la castità come uno slancio umano e cristiano di amore più intenso e universale per essere vicini gli uni gli altri e ad amare di più soprattutto gli ultimi, i poveri, gli scartati».

Con «forza ed entusiasmo contagioso», ha concluso il monaco camaldolese, Francesco ha esortato i religiosi e le religiose ad «avvicinare con fiducia gli uomini e le donne a Dio», per «far gustare loro la Sua misericordia attraverso la prossimità e l’ascolto».