
L’eredità di pace di Papa Francesco continua a brillare nel buio di un mondo devastato dai conflitti. La vicinanza che ha mostrato verso i più vulnerabili durante tutto il suo Pontificato continua a irradiarsi anche oggi, a due settimane dal suo ritorno alla Casa del Padre. E l’ultima decisione non fa eccezione: la sua papamobile, lo stesso veicolo con cui ha salutato e avvicinato milioni di fedeli in ogni parte del globo, verrà trasformata in un’unità sanitaria mobile per i bambini di Gaza.
È stato questo l’ultimo desiderio di Papa Bergoglio per un popolo nei confronti del quale ha mostrato tanta solidarietà durante tutto il suo Pontificato. Per questo, negli ultimi mesi di vita terrena, il Pontefice ha affidato l’iniziativa a Caritas Gerusalemme cercando di rispondere alla terribile crisi umanitaria nella Striscia, dove quasi un milione di bambini è ormai sfollato.
Tra la guerra devastante, le infrastrutture crollate, il sistema sanitario mutilato e la mancanza di istruzione, i bambini sono i primi a pagare il prezzo, un prezzo fatto di fame, infezioni e condizioni precarie di salute che mettono a rischio le loro vite.
Jorge Mario Bergoglio ha spesso affermato che «i bambini non sono numeri. Sono volti. Nomi. Storie. E ognuno di loro è sacro»: con questo ultimo dono, le sue parole sono diventate azione. La papamobile, già rinominata «il veicolo della speranza», verrà dunque allestita con attrezzature per le diagnosi, l’esame e il trattamento delle patologie, tra cui test rapidi per le infezioni, vaccini, kit di sutura e altre forniture salvavita. Sarà inoltre equipaggiata con medici e operatori sanitari e — una volta ripristinato l’accesso umanitario nella Striscia — raggiungerà i bambini negli angoli più isolati di Gaza.
«Si tratta di un intervento concreto e salvavita in un momento in cui il sistema sanitario di Gaza è quasi completamente collassato», ha detto Peter Brune, segretario generale di Caritas Svezia, promotrice del progetto anche attraverso le donazioni dei fedeli in tempo d’Avvento.
Intanto, Caritas Gerusalemme sta coordinando gli sforzi sul campo: con oltre cento operatori impegnati nella fornitura di assistenza sanitaria, l’organizzazione continua la sua missione, guardando quella eredità di compassione e forza lasciata da Francesco e portando l’ultima benedizione del Pontefice alla popolazione della Striscia. «Questo veicolo — ha affermato Anton Asfar, segretario generale dell’organismo — rappresenta l’amore, la cura e la vicinanza del Santo Padre per i più vulnerabili». «Non si tratta solo di una papamobile — ha concluso Brune —, ma di un messaggio per dire al mondo di non dimenticarsi dei bambini di Gaza». (francesca merlo e isabella piro)