Là dove la Speranza può sembrare perduta Da Wall Street a cappellano dei condannati a morte della Florida: la missione di Dale Recinella

Silenzio assordante

 Silenzio  assordante  ODS-032
17 maggio 2025

di Dale Recinella

Un importante quotidiano della Florida ha scritto che più di un detenuto adulto su nove è gravemente malato di mente. Si tratta di persone bisognose di cure mediche e di farmaci. Questa cifra si traduce in circa 7.000 detenuti.

Prima di diventare cappellano dei condannati nel braccio della morte, credevo che i malati di mente condannati alla pena capitale in Florida costituissero una rara anomalia. Fui scioccato scoprendo che è vero l’esatto contrario. La malattia mentale è praticamente un “sottotitolo” della pena di morte in Florida. Durante una serie di esecuzioni volute da un governatore in passato, 7 mandati di esecuzione su 12 da lui firmati furono per detenuti malati di mente.

Alcuni di questi detenuti sono cattolici. Alcuni ricevono regolarmente la Comunione.

Quando entro nei corridoi, uno alla volta, la prima cosa che mi colpisce è il silenzio. È un luogo incredibilmente tranquillo. Non ci sono le urla, i pugni, i colpi, i calci o le suppliche che sono normali in un normale isolamento nella calura estiva. Qui il silenzio è estremo.

Con una guardia carceraria sempre a tiro di voce, faccio il mio giro fermandomi davanti a ogni cella. In questa unità speciale, il materiale di lettura non deve contenere punti metallici. I rosari devo essere apribili “a strappo”. La Comunione deve essere data sulla lingua, ma mi hanno avvertito di stare in guardia in caso di movimenti bruschi del collo o del viso, che potrebbero essere il segnale di un tentativo di mordermi le dita. Grazie a Dio, ciò non è mai accaduto.

Durante gli anni della scuola media, mi alzavo spesso molto presto, mentre i miei genitori e il resto della famiglia ancora dormivano. Il mio posto mattutino era un angolo del seminterrato. Lì, in uno scaffale, i miei libri preferiti erano pronti a rivelarmi la loro saggezza.

Mentre i rumori mattutini dei preparativi di papà per il lavoro e il ronzio del notiziario radiofonico mi raggiungevano, mi rannicchiavo nel caldo bagliore di una lampadina solitaria e consumavo i miei tesori. Il mio preferito era un libro dei The Christophers, “Tre Minuti al Giorno”.

L'offerta di ogni mattina era un breve resoconto di persone reali che affrontavano problemi reali. In ogni situazione, la fede aveva mostrato loro una via, una risposta, una forza per vincere. Era un reality show in forma scritta. La chiave per vincere, la chiave per restare “sull'isola” della speranza e della perseveranza, era la fede. Ancora e ancora, in quei racconti stimolanti, ricorreva la frase: Meglio accendere una candela che maledire l'oscurità.

In uno strano capriccio della memoria, quella frase e il chiarore di quelle mattine mi tornano addosso mentre entro in una cella di isolamento psichiatrico.

Questa è la realtà della difficile situazione dei malati di mente, in una società benestante che si rifiuta di pagare per le loro cure. Questo è il capolinea per molti di coloro che sono malati mentali e si sono dovuti arrangiare per le strade, senza aiuti da parte della comunità. Se esiste l’oscurità, si trova proprio qui.

Eppure, l’uomo che sono venuto a trovare oggi ha scelto di accendere una candela. Per quattro anni, nonostante l’infuriare della sua malattia, ha lavorato sodo per comprendere la fede cattolica. Questa mattina sta per ricevere il premio dei suoi sforzi.

Il vescovo ci raggiungerà per battezzarlo e impartirgli la Confermazione e per offrirgli la sua Prima Comunione. Sei guardie ci accompagnano alla sua cella. Aprono la porta lentamente. Entriamo.

Ha i piedi incatenati e le manette gli bloccano i polsi alla cintura. Indossa un casco e una maschera anti-sputo. Le guardie gli tolgono il casco e la maschera e si fanno da parte, affiancandoci in un semicerchio di protezione. Il vescovo indossa la stola e inizia il rito del Battesimo. Mentre le parole di esorcismo escono dalle sue labbra, l’uomo inizia a tremare. Quando l’acqua benedetta viene versata sul suo capo, lui sta versando copiose lacrime e ripetendo più e più volte: “Grazie, Gesù. Grazie, Gesù”.

Infine, interrompo la pausa di silenzio dopo la sua Prima Comunione.

“Sei diventato un membro della nostra famiglia nella fede. Una nuvola di testimoni ti circonda. Non sarai mai più solo.” E, dentro di me, penso: “Grazie a Dio, hai scelto di accendere una candela.”

(da L’Osservatore Romano del 25 luglio 2022)