
Quello che si è svolto nella tarda serata di sabato 26 aprile, sul sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore, è stato il sesto rosario da quando Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre, lunedì 21 aprile, ma è stato il primo dopo i suoi funerali in piazza San Pietro, celebrati due giorni fa, il corteo funebre per le vie del centro di Roma e la tumulazione nella basilica Liberiana, scelta dal compianto Pontefice come luogo del riposo eterno. «Oggi lo abbiamo sentito più vicino, perché da questo pomeriggio è come se fosse qui con noi», hanno detto i tantissimi fedeli stretti attorno al ricordo vivo di Jorge Mario Bergoglio e all’icona della Salus Populi Romani custodita nell’unica basilica papale dedicata alla Madre di Dio.
La preghiera mariana, iniziata alle 21 dal cuore di Roma, è stata introdotta dalla monizione del cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore di Santa Maria Maggiore: «Oggi, con l’arrivo in basilica, si è compiuto l’ultimo viaggio del nostro amato Papa Francesco — ha detto —; è passato per le vie di Roma e i numerosissimi fedeli hanno voluto rendergli l’ultimo saluto ed esprimere tutto il loro affetto. Nel cuore custodiamo vivo il ricordo di tutto il suo fecondo ministero nella e per la Chiesa. La Chiesa che ha amato e servito fino al suo ultimo respiro». «Da oggi — ha proseguito il porporato — riposa in questo santuario mariano, a lui tanto caro, sotto lo sguardo amorevole della Madre, qui venerata con il titolo di Salus Populi Romani. Ti preghiamo affinché la luce del Tuo Figlio Risorto gli doni il premio promesso ai servi fedeli. Aiuto dei cristiani, intercedi per noi».
Sotto la carezza della sera, l’icona mariana è stata posta al centro del sagrato, circondato da due maxi-schermi per permettere ai fedeli, radunati lungo tutta la piazza, di seguire la recita del rosario. La stessa icona davanti alla quale Papa Francesco si è inginocchiato 126 volte in dodici anni di Pontificato — affidando a Lei ogni viaggio, ogni speranza, ogni dolore — ha vegliato sui presenti.
Ora Papa Francesco riposa nella basilica Liberiana. La sua tomba non è nella Cappella Paolina, accanto all’icona della Salus attribuita a San Luca, perché «le persone devono pregare Cristo e la Vergine, non guardare la tomba», come confidò nel 2022 lo stesso Bergoglio al cardinale Makrickas, bensì nella navata laterale, tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza, la più antica del luogo di culto, nonché la più vicina all’altare di San Francesco.
Sabato sera, il sagrato della basilica Liberiana era popolato da volti di ogni età e provenienza. Molti erano adolescenti, giunti a Roma per il Giubileo loro dedicato e che si è svolto dal 25 al 27 aprile. Erano presenti anche famiglie, bambini, anziani, suore e sacerdoti. I canti e le preghiere si mescolavano al respiro della città, come un abbraccio corale che superava ogni confine e barriera linguistica. Tra i presenti, anche un giovane musulmano con un lungo abito bianco e il fez in testa. Una signora con le buste della spesa, passando davanti alla piazza, ha lanciato un bacio verso il sagrato. Qualcuno si è fermato mentre era al volonte della sua auto, altri si sono affacciati alle finestre dei palazzi circostanti. Tantissimi hanno immortalato con i telefoni cellulari la bellezza e l’unicità del centro dell’Urbe.
Accanto ai due maxi-schermi erano presenti anche due persone senzatetto: in silenzio, appoggiate alle transenne, si sono unite alla preghiera di tutti. In questi gesti, semplici ma potenti, si è rivissuto il messaggio che Francesco ha affidato al mondo nel corso del suo Pontificato: «Costruire ponti, non muri».
La recita del rosario si è conclusa con il canto solenne del Salve Regina, seguito dalle litanie Lauretane e dalla preghiera di affidamento alla Madre di Dio. Poi, nel buio che è sceso su Roma, l’antifona mariana del Regina Caeli ha avvolto la basilica, seguita da un applauso spontaneo, sfociato nel grido «Viva Francesco!».
Oggi, lunedì 28 aprile, dalle 7 sino alle 19, con ultimo ingresso alle ore 18.30, i fedeli possono entrare nella basilica di Santa Maria Maggiore per rendere omaggio e pregare di fronte alla tomba del compianto Papa argentino. (guglielmo gallone)